Dentro c’era un innesco con batterie collegato ad un contenitore con della polvere pirica e poteva esplodere. All’interno della busta che avvolgeva l’ordigno alcuni ritagli di quotidiani che inneggiavano al ritorno di Matteo Salvini al Viminale. Il pacco era indirizzato genericamente al ‘ministero dell’Interno’, senza nessun destinatario specifico, e il mittente era un sedicente movimento che si è firmato “Nemici dello Stato”. È stato intercettato nell’ufficio smistamento delle Poste in via Ostiense, a Roma, e disinnescato dagli artificieri della polizia. Il ritrovamento risale a fine ottobre, ma la notizia è trapelata soltanto adesso. Sono in corso le indagini ma dai primi accertamenti si esclude una matrice anarcoinsurrezionalista. Già nel 2017, nello stesso ufficio postale, venne fatta brillare dagli artificieri un’altra bomba artigianale che era stata piazzata nei pressi della struttura. L’incubo pacchi esplosivi, raggiunse livelli allarmanti nel 2011, quando – il 23 dicembre – vennero recapitati ordigni alle ambasciate della Svizzera e del Cile.

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