I tre commissari di Alitalia escono di scena e ne arrivano un solo. Sarà l’avvocato Giuseppe Leogrande – come fa sapere il ministero dello Sviluppo economico – ad assumere l’incarico. “Voglio ringraziare i tre commissari Daniele Discepolo, Enrico Laghi e Stefano Paleari per il lavoro svolto in una situazione di criticità e per la sensibilità istituzionale dimostrata in questi mesi nella gestione di un dossier complesso, che purtroppo – dice il ministro Stefano Patuanelli – non ha portato ad una soluzione di mercato definitiva per la compagnia. Un ringraziamento va anche al nuovo commissario Giuseppe Leogrande per aver accettato l’incarico. Assieme a lui lo Stato dovrà agire per permettere il rilancio definitivo di Alitalia“.
La compagnia ha chiesto di poter beneficiare di nuova cassa integrazione straordinaria per 1.180 dipendenti con una nuova scadenza fissata al 23 marzo 2020. Nel dettaglio, emerge da fonti sindacali, si tratta di 80 comandanti, 350 assistenti di volo e 750 addetti del personale di terra. La precedente cassa è in scadenza il 31 dicembre 2019. Nell’attuale cassa sono coinvolti solo 1.075 dipendenti. La richiesta sarà oggetto di trattativa con i sindacati.
La gestione commissariale, si legge nella lettera inviata ai sindacati e per conoscenza ai ministeri del Lavoro, dello Sviluppo e dei Trasporti, ritiene “esigenza imprescindibile” continuare a sviluppare “anche mediante il regime di integrazione salariale del personale di terra, il processo di profonda trasformazione e razionalizzazione della struttura organizzativa nonché della responsabilità in un’ottica di semplificazione dei processi con un conseguente efficientamento del costo del lavoro”. Necessario poi “riconsiderare l’organico del personale navigante i coerenza con le azioni poste in essere dalla gestione commissariale nell’ambito delle esigenze derivanti dalla stagionalità e dal network”.
Oggi i tre commissari hanno incontrato al Mise il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli. Il presidente di Atlantia Fabio Cerchiai – intervistato dal Messaggero – ha detto che il gruppo resta interessato “a sostenere il rilancio di Alitalia”, ma “la proposta di Delta è del tutto inadeguata perché non identifica quel partner industriale realmente coinvolto di cui il progetto avrebbe bisogno”.
La trattativa con Fs secondo Cerchiai “ha comportato un forte impegno di uomini e risorse e il nostro interesse al rilancio è tuttora evidente visto che Fiumicino, l’aeroporto più importante d’Italia, fa capo a noi e che il fallimento della compagnia avrebbe un impatto pari al 28% dei nostri ricavi aviation”. Ma “il governo ha chiesto che fosse elaborato un piano effettivo di rilancio, non di salvataggio. E noi a quello siamo interessati. Con Delta indisponibile a cimentarsi nella gestione della compagnia, è impensabile varare un piano industriale di vero rilancio. Per questo insieme a Fs abbiamo preso contatto con Lufthansa, decisamente più disponibile sul versante industriale, seppure a certe condizioni”.