Vendeva posti di lavoro in cambio di soldi. Non impieghi qualunque, ma quelli che vengono considerati nel comune sentire sicuri. E per questo il prezzo era molto alto: da 30 a 50mila euro. L’ennesima storia di corruzione arriva dal Napoletano. Per la procura di Nola il sindaco di Sant’Anastasia (Napoli) faceva questo: vendeva posti di lavoro. E il giudice per le indagini preliminari ha condiviso l’ipotesi degli inquirenti disponendo il suo arresto per corruzione. Altre tre le misure in carcere sono state decise dal gip. Secondo quanto emerso dalle indagini della Guardia di finanza di Nola, coordinate della Procura, il primo cittadino Raffaele Abete, il segretario comunale Egizio Lombardi, il consigliere Pasquale Iorio e un imprenditore legale, rappresentante di una cooperativa con sede a Salerno, hanno alterato per via informatica i risultati delle prove dei concorsi pubblici in cambio di mazzette. I finanzieri hanno eseguito anche la notifica di due divieti di dimora in Campania.

Nel dettaglio Abete e gli altri rappresentanti comunali modificavano i punteggi ai titoli esibiti e anticipavano il materiale relativo alle prove: il candidato versava ai funzionari pubblici tra i 30mila e i 50mila euro a seconda del tipo di candidatura, il valore più basso per un ruolo da amministrativo quello più alto per direttivo, e della durata, a tempo indeterminato o determinato. I versamenti avvenivano prima della prova preselettiva, prima della prova scritta e, infine, prima della prova orale. I finanzieri durante le indagini, scattate lo scorso mese di febbraio, hanno assistito ‘in diretta’ a due episodi legati alla compravendita di posti di lavoro: per un contratto da istruttore amministrativo proprio nel Comune di Sant’Anastasia al candidato erano stati chiesti 30mila euro. Ma questo si era rifiutato di pagare e così non ha avuto l’incarico. Il secondo riguardava la posizione di istruttore direttivo contabile. Per il posto erano stati chiesti 50mila euro in anticipo ed erano stati versati dopo la vittoria del concorso da parte di una candidata per le quali il gip di Nola ha disposto uno dei due divieti di dimora in Campania. Il secondo è stato notificato dalle Fiamme gialle al marito, per gli inquirenti complice nell’episodio corruttivo contestato.

L’accusa, a vario titolo, per i sei indagati è di associazione per delinquere dedita alla commissione di più delitti di corruzione e finalizzata a favorire illecitamente il superamento di concorsi pubblici. Mentre la guardia di finanza provvedeva alle perquisizioni all’interno del municipio di Sant’Anastasia, il Comune veniva addobbato a festa per la celebrazione di un matrimonio civile all’interno dell’aula consiliare.

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