Sono stati interrogati dai pm di Pescara Anna Rita Mantini e Salvatore Campochiaro il tenente colonnello dei carabinieri forestali Annamaria Angelozzi e i sottufficiali Michele Brunozzi e Carmen Marianacci
A tre giorni dall’archiviazione da parte del giudice per le indagini preliminari di Pescara del filone “politico” sul caso dell‘hotel Rigopiano – travolto da una valanga che provocò 28 morti – c’è un nuovo filone di inchiesta che emerge. Sono stati interrogati dai pm di Pescara Anna Rita Mantini e Salvatore Campochiaro il tenente colonnello dei carabinieri forestali Annamaria Angelozzi e i sottufficiali Michele Brunozzi e Carmen Marianacci. Nei giorni scorsi, ha scritto oggi Il Messaggero che ha anticipato la notizia dell’inchiesta, sono state effettuate anche una serie di perquisizioni da parte della Guardia di finanza negli uffici sia della Mobile che dei carabinieri Forestali.
Si tratta di un ulteriore approfondimento relativo alla telefonata che il cameriere Gabriele D’Angelo, morto sotto la valanga, avrebbe fatto nella mattinata del 18 gennaio 2017 per chiedere l’evacuazione del resort: secondo una denuncia presentata dall’ex capo della Mobile al tempo della tragedia Piefrancesco Muriana lo scorso 21 novembre, ci sarebbero incongruenze tra le acquisizioni dei tabulati e i tempi delle indagini condotte dai forestali I tre militari sono indagati per falso materiale e falso ideologico.
Il falso materiale riguarderebbe la mancanza di un timbro nell’allegato nel quale un agente di polizia presente al Centro operativo comunale di Penne avrebbe segnalato l’avvenuta telefonata di D’Angelo al mattino per chiedere l’evacuazione dell’hotel, documento che la Mobile acquisì e girò ai carabinieri. Il falso materiale invece si riferirebbe alla nota inviata dai carabinieri Forestali il 12 novembre 2018 dove si parlerebbe di questa telefonata già dal 27 gennaio 2017: i carabinieri avrebbero erroneamente scritto che questa annotazione era stata già inviata alla Procura.