Due squadre forti. Due squadre in forma. Due squadre decimate. Una partita equilibrata. Un pareggio giusto, tutto sommato: 0-0 a San Siro. Inter e Roma si annullano, si confermano a vicenda, si dividono la posta: un punto ciascuno, che non sconvolge la classifica, come avrebbe potuto una vittoria, sia dei nerazzurri in chiave scudetto che dei giallorossi in corsa Champions, ma nemmeno dispiace a nessuno. È stato un match a ondate, a momenti. Prima la Roma, poi l’Inter, alla fine nessuno veramente. I giallorossi con più qualità, ma solo all’inizio e senza riuscire quasi mai a tirare. I nerazzurri più a strappi, con occasioni procurate da errori avversari e non concretizzate per imprecisioni proprie. Una bella incompiuta. Sarà anche perché è stato un match inevitabilmente segnato dalle assenze. Quelle dell’Inter ormai non fanno più notizia, ma alla lunga per forza pesano, specie se nella testa più che nelle gambe dei calciatori c’è il pensiero del match decisivo di martedì contro il Barcellona. La Roma per l’occasione non stava troppo meglio: senza Dzeko e Pau Lopez, senza centravanti e portiere titolare, l’ossatura della squadra. Inevitabile che entrambe ne risentissero.
Entrambe però ci hanno provato. Sempre giocando, a volte sbagliando, soprattutto gli ospiti, che hanno fatto e disfatto: tutte le principali occasioni, potenziali o reali, da una parte o dall’altra, sono nate da azioni o disimpegni avventati dei giallorossi. Dalla prima all’ultima: Lukaku addosso a Mirante dopo una manciata di minuti, Lautaro a vuoto in piena area nel finale. In mezzo c’è stata anche buona Roma: con Zaniolo nell’inedita posizione di falso nueve, ma con tanta fisicità, talento, e soprattutto motivazioni contro la sua ex squadra che l’ha lasciato andare frettolosamente; con la qualità di Mikhytarian e Perotti, la freschezza di Pellegrini. Finché hanno retto i ritmi brillanti chiesti da Fonseca, i giallorossi hanno davvero impressionato: ci sono stati interi minuti, specie a metà primo tempo, in cui la squadra di Conte non ha toccato palla.
Occasioni, poche. Ne ha avute di più l’Inter, paradossalmente, che ha sofferto spesso ma non ha rischiato mai veramente, anzi avrebbe potuto passare più volte con un po’ di cattiveria e lucidità sottoporta, da Brozovic a Vecino, passando per la coppia d’attacco, stavolta sottotono dopo le ultime uscite straripanti. In una gara così bloccata, serviva qualcosa o qualcuno per rompere l’equilibrio. L’episodio non è mai arrivato. Fonseca ci ha provato con Dzeko, con soli venti minuti nelle gambe e visibilmente debilitato dall’influenza. Conte ha risposto con Asamoah (da interno) e D’Ambrosio, due terzini, non aveva molto altro in panchina. Il pareggio è stato inevitabile. Sembra quasi che le due squadre lo abbiano cercato, temendo le rivali ma anche il proprio momento: alla Roma un punto a San Siro certo non dispiace. E nemmeno all’Inter, che martedì si gioca gli ottavi di Champions League in casa contro il Barcellona e poteva tutto sommato giocarsi il bonus del pareggio inatteso della Juve di domenica scorsa. Certo, in caso di vittoria all’Olimpico contro la Lazio, i bianconeri potranno scavalcarli di nuovo. Ma nel calcio (e in queste condizioni) non si può sempre vincere. Anche se è quello che vorrebbe Conte, e che serve per contendere lo scudetto alla Juventus.