Diritti

Involontaria, una serie tv racconta la musica che entra in ospedale grazie ai volontari. Gli ospiti? Da Levante a Lodo Guenzi a Maccarini

Il progetto realizzato grazie alla collaborazione tra Officine Buone e Fondazione Cariplo sarà trasmetto su Mtv domenica 8 dicembre alle 18.40. Si tratta di dieci episodi con scene girate tra l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, il Policlinico San Donato, la Casa Sollievo Bimbi di Vidas. L'ideatore Ugo Vivone: "Spesso l'ospedale fa paura, è nato un nuovo modo di fare volontariato per donare il talento". Maccarini: "E' ora di iniziare a raccontare di più le vicende umane di persone con disabilità, senza però spettacolarizzare la loro condizione"

Una inedita fiction tv dedicata al volontariato fatto dai giovani dentro gli ambulatori e i reparti degli ospedali. E’ la prima volta che accade in Italia. Il titolo della nuova serie è “Involontaria” ed è costituita da 10 episodi con scene girate tra l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, il Policlinico San Donato, la Casa Sollievo Bimbi di Vidas e gli studi di Radio Italia per raccontare l’impegno sociale e la sostenibilità ambientale. Verrà trasmessa tutta d’un fiato in prima visione domenica 8 dicembre dalle ore 18.40 su MTV (canale Sky 130 e in streaming su NOW TV). La particolarità del progetto inoltre è che si tratta di una fiction tv e web no profit, riprendendo il modello precedente di “Involontario”, la serie pilota vincitrice del premio come migliore serie web 2018 al Roma Web Fest. “Involontaria” è resa possibile grazie alla collaborazione tra Officine Buone e Fondazione Cariplo, già autori di “Involontario”. I partner fondamentali per la realizzazione della serie tv sono ENGIE Italia, Gruppo San Donato, Vidas e come emittente radiofonica ufficiale Radio Italia. La sceneggiatura è di Pier Tamburini, la regia di Alessandro Guida. “Involontaria” racconta le avventure di Greta (Neva Leoni), una ragazza appassionata di musica che sta attraversando una fase un po’ confusa della sua vita. Greta entrerà in ospedale per risolvere una questione personale importante e si troverà involontariamente coinvolta in un progetto di volontariato musicale che le cambierà la vita.

La fiction può contare su un cast di assoluto talento, tra i protagonisti Antonio Catania, Michela Giraud, Loris Fabiani, Francesco Meola, Carlo Bassetti, Giulia Briata, Luca Cesa e Marco Guazzone, oltre a grandi ospiti del panorama musicale e del mondo dello spettacolo. Dalle partecipazioni (per molti di loro è la prima volta in una serie) di Levante, Coma Cose, Lodo Guenzi, Eugenio in Via di Gioia, Marco Maccarini, Federico Russo, Carlo Pastore, Melissa Marchetto, Herbert Ballerina, Ludovica Pagani, Debora Villa, Angelo Pisani, Giulia Penna, Virginio e Manola Moslehi ai protagonisti tutto è amalgamato in una storia avvincente che parte dalla comedy e termina con un finale di cuore.

Nel “cast” anche Marco Maccarini, già conduttore televisivo su MTV e conduttore radiofonico, che ha fatto il Servizio Civile a 19 anni all’interno del manicomio di Novara e ora partecipa, tra le altre cose, a “Involontaria”. Proprio fare il servizio civile, racconta a ilfatto.it “è stato molto interessante perché eravamo il primo ciclo di obiettori di coscienza che prendeva servizio all’interno della struttura. E’ stata una possibilità di venire a contatto con una realtà altrimenti difficilissima da conoscere in quel modo profondo e diretto. Ho vissuto un anno intero con quelle persone, in particolare con una signora un po’ ribelle”. L’Istat certifica che solo il 9% delle persone con disabilità va al cinema, teatro e musei, molto spesso perché sono presenti barriere architettoniche. Il mondo dello spettacolo e della cultura parla poco di disabilità. “E’ proprio vero questo. Siamo indietro anni luce e sicuramente parlarne di più sarebbe solo che positivo. Bisogna cercare di raggiungere una inclusione completa a 360 gradi. Non si dovrebbe vedere la differenza tra il disabile e gli altri. Purtroppo chi è abituato alla cosiddetta ‘normalità’ fa fatica a parlare di disabilità e preferisce non dire nulla, non affrontando mai l’argomento. Sarebbe invece il caso di iniziare a raccontare di più le vicende umane di persone con disabilità, senza però spettacolarizzare la loro condizione”.

“Ci tengo molto a sottolineare il concetto dell’atto involontario che è la base da cui è partito il nostro progetto e che dà il titolo della fiction tv” dice a Ilfattoquotidiano.it Ugo Vivone. Vivone si occupa di innovazione sociale ed è il fondatore di Officine Buone che realizza format che permettono a ragazze e ragazzi di fare la prima esperienza di volontariato divertendosi e ricevendo un’occasione preziosa di crescita umana e professionale. “Il titolo Involontaria nasce da un’esperienza personale: ho suonato per la prima volta all’Istituto Nazionale dei Tumori 12 anni fa e alcuni pazienti che avevano ascoltato qualche mio pezzo al pianoforte mi chiesero: ‘Quando torni?’ – racconta Vivone -. Quell’esperienza aveva dato molto di più a me di quanto io avevo donato. Avevo ricevuto attenzione, un’occasione di crescita e mi ero divertito con la mia passione per la musica. Ero stato, di fatto, il primo Involontario. Ora che Officine Buone – continua il suo fondatore – può contare su più di 1.000 volontari, tutti mi raccontano le stesse mie emozioni. E’ nato un modo di fare volontariato che attrae particolarmente i giovani e che permette di donare il talento”. Vivone ha creato anche Special Stage (talent musicale negli ospedali italiani che coinvolge 450 musicisti e 60 ospiti dello spettacolo italiano). Secondo gli organizzatori la serie tv vuole innovare il modo di fare e comunicare il volontariato, al fine di renderlo come un’opportunità straordinaria per i giovani di divertirsi, crescere e allo stesso tempo essere utili a chi ha più bisogno.

Come potrebbe essere incentivato il volontariato in particolare negli ospedali? “Questa è proprio la missione di Officine Buone, i giovani fanno poco volontariato perché l’ospedale fa paura. Noi invece abbiamo inventato Special Stage, format arricchito dalla voglia di cantare e suonare in mezzo ai pazienti ricoverati. Si è creato un effetto a catena, con musicisti di talento e tanti altri ragazzi che vengono a darci una mano” risponde Vivone. Gli organizzatori hanno cosi reso un luogo di cura in un posto meno duro in cui stare, più attrattivo, dove è possibile conoscere persone e stringere eventuali amicizie, utilizzando performance musicali, creando occasioni uniche di stare insieme a chi vive un momento meno fortunato. Quali sono i vostri obiettivi? “Spesso si parla di numeri solo in termini di visualizzazioni sui social e share. I nostri risultati che vogliamo ottenere – dice il fondatore di Officine Buone – sono invece il numero degli ospedali che riusciamo a coinvolgere. Attraverso la serie tv ci hanno chiamato altri 6 ospedali e ci hanno chiesto di portare il nostro format all’interno delle loro strutture, facendo stare meglio centinaia di pazienti e dottori coinvolti”. Il progetto è partito da Milano ma adesso i volontari- involontari sono in 15 città nei principali ospedali italiani. “Siamo presenti anche nelle piccole strutture di cura perché vogliamo cercare di essere vicini a tutti, non solo negli ospedali più grandi e noti” aggiunge Vivone.