Felicità e stupore, ricevere la madre di tutti gli inviti. Marco Tronchetti Provera request the pleasure of your company…. Rigorosamente in inglese perché spedito al “gotha” globale… Richiede il piacere della mia compagnia. Proprio della mia? Uaaaoo, cominciano subito i preparativi. Non voglio mica sfigurare in mezzo alle stangone di modelle e celebrity. Location, Verona, il tema è Where is Juliet? Vabè, e il mio Romeo dov’è? Per trovarlo devo vestirmi all’altezza, un abito lungo, teatrale, che faccia scena. Perfetto il su misura vellutato in nuance verde petrolio con coda di Luisa Beccaria. Se veste le principesse reali di mezz’europa può addobbare anche me. In testa mi infilo invece il solito carré Hermes color platino, che fa un po’ Raffaella Carrà. L’eventone comincia già nella hall del cinquestelle Due Torri (della catena Leading Hotel of the World), arriva the President, Marco Tronchetti Provera, e una corte ossequiante di manager dagli occhietti a mandorla, si alza in piedi e lo ossequia. Si capisce da subito che è ancora lui a comandare sui partner cinesi.
Cambio di scena, Teatro Filarmonico. Sale sul palcoscenico Whoopi Goldberg imparruccata “rasta” e in toga che le da da un’autorevole aria da oratore Primo Impero. Presenta Paolo Roversi, maestro di fotografia e il suo trittico di bellezze. Le modelle sono belle certo, ma non più femme fatale come da clichè, hanno una loro “colta” sensualità mentre discettano sui risvolti “Romeo e Giulietta” in tragedia e della potenza dell’amore con la stessa disinvoltura di una studentessa universitaria. Ogni Calendario è un capolavoro, tanto da meritarsi l’appellativo The Cal, le edizioni sempre limitatissime, fanno sì che le quotazioni on line schizzano fino a 10000 euro per le prime edizioni. E pensare che la primissima edizione datata 1963 con formose pin up che dovevano compiacere gli sguardi dei camionisti, fece storcere il naso allo chicchissimo Leopoldo Pirelli. Poi anno dopo anno il calendario è diventato oggetto di culto e si chiamavano fotografi cult da Avedon a Annie Leibovitz passando per Demarchelier. A Londra Elton John duettò con Kate Moss. Alla Reggia di Caserta si respirarono i fasti della corte borbonica (e io non c’ero!). In occasione dei 50 anni fu pubblicata una versione censurata nel 1986 opera di Helmut Newton (scomparso nel 2004).
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Uno sguardo sul mondo Pirelli. Da sette anni è stato chiamato in squadra Costantino Ruspoli, fotografo raffinato e selezionatore di talenti. Sorride: “Mi sento più un cane da tartufo”. Per lui già da domani comincia il lavoro preparatorio del Cal 2021. Si parte con le candidature, poi si passa alle nomination, proprio come agli Oscar. Calcolo di costi e benefici, il ritorno pubblicitario è comunque enorme. E l’ultima parola spetta, comunque a lui, a the president Tronchetti Provera. Imprescindibile mai nessun riferimento al prodotto pneumatico di cui Pirelli è leader globale. Non è un calendario, quello dell’edizione 2020, ha il formato di un libro, anzi di un librone. Fotografie da sfogliare nelle nuance del bianco ghiaccio, del grigio polvere, “nebbiose” ad arte, dove le modelle/attrici a ruoli alterni ora si calano nei panni di Romeo, ora in quelli di Giulietta. Un progetto che il fotografo ha voluto multietnico coinvolgendo attrici e modelle di diverse culture e paesi, prendendo spunto dal dramma shakespiriano e dall’incontro tra amore, forza, gioventù e bellezza.
Le protagoniste di ‘Looking for Juliet’ immaginate in un casting ideale che le vede recitare, posare, cantare. E non c’è traccia di “nudo da calendario”.
Tra le protagoniste le attrici britanniche Claire Foy e Mia Goth, l’attrice e attivista britannica Emma Watson, le statunitensi Yara Shahidi e Kristen Stewart, la cinese Chriss Lee, l’impetuosa Rosalia, la cantante spagnola cara ad Almovodar, l’artista Stella Roversi, figlia del fotografo. Ma c’è anche la prima modella transengender della storia di The Cal, l’intrigante Indiya Moore, portoricana che si batte per i diritti degli omosessuali neri e dice: “Sono nera ma non sembro, sono transessuale ma non sembro. Roversi ha certamente superato le convenzioni scegliendo me: non mi risulta che Giulietta fosse un trans”. Una settimana di lavorazione tra Parigi e Verona, Roversi sulle tracce del suo ideale femminile: “Sto ancora cercando la mia Giulietta e la cercherò per tutta la mia vita. Perché Giulietta è un sogno”.
Il dopo/teatro si svolge nel cinquecentesco Palazzo Giusti e l’installazione che faceva da cornice al party era favolosa. Ovvio la regia era di Sergio Salerni senza la sua cura del dettaglio nessun evento palpita. Una grandissima luna di felliniana memoria nel bel mezzo di un giardino all’italiana. Non resisto alla tentazione di un selfie con Woopi, sgomitando, mi avvicino e le chiedo: Cosa abbiamo in comune io e lei? Non di certo l’Oscar. Siamo entrambe di platino imparruccate. Per Whoopi l’amore folle può capitare anche a 90 anni. Si vabè, ma chi lo vorrebbe un Romeo con la dentiera e basculante? Un buffet che non finiva più, trionfi di fiori e brindisi con vino d’annata ( e di design) dei marchesi Guerrieri Gonzaga con il logo P. E adesso mi faccio anch’ io la mia nomination: mi candido a essere invitata al prossimo, al prossimo The Cal. Ad Maiora.
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