È quanto denunciano Fiom, Uilm e Fim spiegando che la multinazionale ha "operato unilaterlamente predisponendo 4 turni di comandate allargate" che impedirebbero "di fatto" agli operai di Taranto di partecipare alla manifestazione in programma a Roma il 10 dicembre
Una sorta di ‘precettazione’ che vieterebbe “di fatto” ai lavoratori dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto la possibilità di partecipare allo sciopero che inizierà lunedì 9 alle 23 e terminerà alle 7 di mercoledì. È quanto denunciano Fiom, Uilm e Fim spiegando che la multinazionale ha “operato unilaterlamente predisponendo 4 turni di comandate allargate”, sostanzialmente l’equivalente della precettazione nel pubblico.
A seguito della mossa di ArcelorMittal, i metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato 32 ore di sciopero in modo da consentire così la partecipazione di tutti i lavoratori alla manifestazione nazionale a Roma prevista per il 10 dicembre, indetta dopo la presentazione del piano industriale 2020-24 con la previsione di 4.700 esuberi nei prossimi tre anni. E i rappresentanti delle tute blu ricordano di non aver sottoscritto “nessun accordo sulle comandate allargate” e “hanno diffidato ArcelorMittal affinché le stesse non siano applicate ai lavoratori”.
Inoltre, segnalano, l’azienda risulta inadempiente sul versante della sicurezza della salvaguardia ambientale e impiantistica dello stabilimento per il “numero di carri siluri inferiore rispetto al numero necessario a garantire quanto sopra riportato, mancanza della macchina a colare necessaria alla granulazione della ghisa in presenza di fermo acciaieria”. E che esiste un’ordinanza sindacale che “vietava l’utilizzo della stessa macchina di granulazione e che a tutt’oggi non vi è stato nessun intervento di ripristino”.