Nei prossimi giorni in tanti saranno sentiti dalla Capitaneria di porto di Porto Empedocle che ha ricevuto la delega dal procuratore Patronaggio. A dare l'allarme del cedimento del costone bianco era stata l'associazione Mareamico
La Scala dei Turchi, il costone di marna bianca del litorale agrigentino candidato a diventare patrimonio dell’Unesco, si sta sbriciolando. Tanto che il sindaco di Realmonte ha bloccato l’accesso ai turisti e la Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta, coordinata dal procuratore Luigi Patronaggio, a carico di ignoti per inosservanza delle norme a tutela dei beni artistici, culturali e ambientali. A preoccupare è lo stato avanzato di cedimento: massi e pietre sono venuti giù a causa del maltempo dei giorni scorsi in uno dei tratti di costa più suggestivi della Sicilia. Nei prossimi giorni in tanti saranno sentiti dalla Capitaneria di porto di Porto Empedocle che ha ricevuto la delega da parte della Procura per procedere alle indagini contro ignoti.
A lanciare l’allarme, documentando con foto e video, è stata l’associazione ambientalista Mareamico: “L’eccessiva cementificazione nella zona – ha spiegato Claudio Lombardo, responsabile dell’associazione – ha modificato il normale deflusso delle acque meteoriche e poi l’esagerata frequentazione dei luoghi ha fatto il resto. Ormai sono anni che documentiamo l’abbandono di questo luogo. Urge una programmazione e una seria gestione del sito con il contingentamento delle presenze”.
Già alcuni mesi fa una parte della parete rocciosa a picco sul mare era crollata. La zona, dunque, era stata chiusa. Tuttavia, poche settimane dopo la consegna dei lavori di messa in sicurezza, agli inizi di settembre, si era verificato un nuovo crollo del bordo della collina nella zona ovest, percorsa giornalmente da migliaia di visitatori. Così dopo gli ultimi cedimenti il sindaco di Realmonte Lillo Zicari ha firmato un’ordinanza di interdizione della zona Ovest della falesia. E lo ha fatto per “scongiurare pericoli per la pubblica incolumità”. E precisa: “Questa decisione non limita la fruizione del bene che rimane, quasi nella sua interezza, libero da interdizioni”. La zona chiusa è quella di Punta Majata.