Antonello Peru, già dominus di Forza Italia, approdato due mesi fa alla corte del governatore ligure, ha presentato una norma secondo cui albergatori, imprenditori e privati cittadini potranno edificare anche nei 300 metri dalla battigia. Il politico è imputato per concussione con l'aggravante dell'associazione a delinquere in una storia di appalti truccati ed è a processo per una vicenda di abusivismo edilizio nella ristrutturazione della sua villa in riva al mare
Via libera al cemento sulle coste della Sardegna. Lo prevede la proposta di legge presentata dal consigliere regionale Antonello Peru, già dominus di Forza Italia, approdato due mesi fa alla corte di Giovanni Toti diventando l’esponente di spicco di ‘Cambiamo!’ in Sardegna. Il testo ‘aggiorna’ il Piano casa di berlusconiana memoria con l’obiettivo dichiarato di riqualificare il patrimonio urbanistico dell’isola. Come? Con nuove colate di cemento a due passi dal mare. Nello specifico, albergatori e imprenditori agricoli potranno usufruire di un incremento volumetrico del 30 per cento anche entro i 300 metri dalla linea di battigia, mentre i privati si dovranno accontentare del 20 per cento di cubatura in più, ma solo tra i 300 metri e i due chilometri dalla linea di costa.
Peru è uno dei consiglieri eletti in Sardegna definiti “impresentabili” dalla commissione Antimafia. È infatti imputato per concussione con l’aggravante dell’associazione a delinquere: l’inchiesta ribattezzata ‘Sindacopoli’ ipotizzava che una serie di appalti pubblici fossero stati truccati. Per quell’indagine nel 2016 Peru finì nel carcere sassarese di Bancali. Tornato libero e rieletto, oggi Peru è anche sotto processo per gli abusi edilizi che, secondo l’accusa, avrebbe commesso nella ristrutturazione della villa fronte mare in quel di Marritza, borgo balneare del nord Sardegna incastonato tra Sorso e Castelsardo. Nella sua proposta di legge appena depositata, Peru chiarisce che tutti i nuovi interventi urbanistici si potranno realizzare in deroga alle norme comunali e regionali.
Si tratta di una proposta che in sostanza prova a scavalcare il blindatissimo Piano paesaggistico regionale fortemente voluto dall’ex presidente Renato Soru e le decine di sentenze che, puntualmente, hanno disintegrato le velleità cementifere dei governatori di turno, dal forzista Ugo Cappellacci nel 2009 all’odierno sardoleghista Christian Solinas, passando per la parentesi di centrosinistra di Francesco Pigliaru. Puntualmente la passione per la cazzuola a due passi dal mare è stata bocciata da Tar, Consiglio di Stato e Corte Costituzionale: la fascia costiera è intoccabile. Eppure Peru tira dritto: “Non c’è alcun contrasto con le norme paesaggistiche. Certo, le strutture ricettive potranno incrementare le volumetrie, anche costruendo fabbricati separati dal corpo centrale e anche entro i 300 metri dal mare e lo stesso vale per gli imprenditori agricoli. Ma non ci stiamo inventando niente di nuovo: le volumetrie aggiuntive, anche nella fascia dei 300 metri, sono consentite a valere sull’articolo 10 bis della legge 45 del 1989″.
A stroncare i richiami normativi vecchi di trent’anni è Stefano Deliperi, dell’associazione ambientalista Gruppo di intervento giuridico: “Ma che ci azzecca la legge 45? Non diciamo fesserie. Ci sono sentenze su sentenze, a partire dalla Corte costituzionale, che hanno chiarito come le cubature concesse nel 1989 non possano essere reiterate. Ogni ulteriore intervento è semplicemente illegittimo. E mica possono dire di non saperlo, anche perché negli ultimi anni abbiamo ripetuto poche cose, ma chiare: in deroga al Piano paesaggistico regionale non si può andare. E nella fascia dei 300 metri, peggio ancora. Vogliono approvare questo abominio? Lo facciano: presenteremo l’ennesimo ricorso e per l’ennesima volta il Tar, il Consiglio di Stato e la Corte costituzionale ribadiranno l’illegittimità di questi interventi. Questa non è pianificazione urbanistica: questo si chiama piccolo cabotaggio, ad uso e consumo elettorale”.
Non meno critico l’architetto e urbanista Sandro Roggio, uno dei fautori del Piano paesaggistico regionale firmato da Edoardo Salzano. “Inizino a spiegare la necessità, per gli alberghi, di incrementare le volumetrie in violazione al Piano paesaggistico, nonostante il basso indice di occupazione, che ad agosto si attesta al 54 per cento – ha detto – Non parliamo poi degli altri mesi. Il fatto è che in Sardegna, da Cappellacci in poi, tutti hanno gradito il cantico della libertà contro le catene delle regole urbanistiche. Non ha fatto eccezione il governo Pigliaru, nell’era della incredibile allucinazione del renzismo, si veda lo ‘SbloccaItalia‘: sottintesa la rinuncia alla pianificazione, pure nelle aree tutelate. Nessuna sorpresa se oggi la destra azzarda – ha sottolineato Roggio – Altro che ‘la cameretta in più’ per le famigliole che crescono: si continua a immaginare il saccheggio pure in riva al mare, come e quanto lo stabilirà alla fine la sequela di emendamenti che sarà presentata in consiglio regionale. Sempre che arrivino a una sintesi. Intanto la raccontano come conviene ai chierici del ciclo edilizio forever per il lavoro, lo sviluppo, la felicità di noi tutti. Diranno semplicemente ciò che serve alla propaganda“.