Claudio Foti, direttore scientifico della onlus Hansel & Gretel, coinvolto nell’inchiesta della Procura di Reggio Emilia sui presunti affidi illeciti a Bibbiano, è stato sospeso per sei mesi con il divieto temporaneo di esercitare l’attività di psicologo-psicoterapeuta sui minori. I carabinieri del nucleo investigativo reggiano, insieme ai colleghi di Pinerolo (Torino), intorno alle 11.40 del 9 dicembre hanno dato esecuzione a un’ordinanza cautelare interdittiva del gip Luca Ramponi, emessa dal Tribunale di Reggio Emilia il 6 dicembre scorso. Il 3 dicembre scorso si era tornati a parlare del caso perché la Cassazione ha annullato gli arresti per il sindaco di Bibbano Andrea Carletti.
L’accusa per Foti è di frode processuale. Per il tribunale, Foti “ha alterato lo stato psicologico ed emotivo di una minore“, “ingenerandole il convincimento di essere stata abusata sessualmente dal padre e dal socio”. E avrebbe “radicato in lei il rifiutato di incontrare il genitori” che è poi stato dichiarato decaduto dalla potestà genitoriale dal tribunale per i minorenni, il 12 ottobre 2017.
Si tratta infatti del medesimo caso per cui a giugno erano scattati gli arresti domiciliari, poi sostituiti a metà luglio dall’obbligo di dimora a Pinerolo dal tribunale del Riesame, che aveva annullato l’ordinanza in relazione alla frode processuale. Foti è accusato anche di abuso di ufficio, reato per cui, invece, la misura venne confermata. Le nuove indagini e l’analisi fatta da un consulente tecnico della Procura di Reggio Emilia, hanno portato a una valutazione del materiale video presentato dalla difesa proprio nell’ambito dell’istanza al Riesame, in modo antitetico a quanto prospettato, ritenendolo piuttosto una prova a sostegno delle ipotesi accusatorie. Foti era lo psicoterapeuta incaricato dall’Asl delle sedute con la minore, proseguite nel centro “La Cura” di Bibbiano, in Val d’Enza, mentre era pendente il giudizio civile al tribunale per i minorenni di Bologna che doveva decidere sull’idoneità genitoriale.
L’imputazione e la correlata gravità indiziaria, dichiarano dal Comando provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia, sono state formulate sulla scorta delle attività investigative proseguite successivamente all’esecuzione dell’ordinanza cautelare del 27 giugno scorso. Questo, pur “assicurando di tenere nella doverosa considerazione, i rilievi posti dal Tribunale del Riesame di Bologna che, con la relativa ordinanza del 118 luglio, in sede di appello proposto da Foti, aveva annullato l’ordinanza genetica con riguardo al capo di cui al reato di frode processuale ai danni della minore, per difetto dell’elemento soggettivo richiesto dalla norma, nonché alla luce della ravvisata mancata sovrapponibilità temporale tra le sedute psicoterapeutiche e le terapie dell’indagato”.