Eletto con la lista “Trasparenza e legalità” per il post Mimmo Lucano, il primo cittadino è tornato alla guida del Comune grazie a un ricorso che ha sospeso la sentenza del Tribunale di Locri che lo ha dichiarato ineleggibile. E subito ha dato con affidamento un incarico per 15.465,91 euro all’ingegnere Antonio Salvatore Trifoli, figlio di suo zio. La parcella? La pagano ministero e Regione
Con il ricorso contro la sentenza del Tribunale di Locri che lo ha dichiarato ineleggibile, il sindaco di Riace Tonino Trifoli è ritornato 4 giorni fa alla guida del Comune dove a maggio era stato eletto con la lista “Trasparenza e legalità”. Dal 5 dicembre, quindi, Trifoli ha di nuovo indossato la fascia tricolore, data “in prestito” temporaneamente al suo vice Franco Salerno, in attesa del ricorso che ha sospeso gli effetti della sua ineleggibilità.
Lo stesso giorno, l’ufficio tecnico del Comune di Riace ha affidato un incarico per 15.465,91 euro all’ingegnere Antonio Salvatore Trifoli che dovrà redigere un progetto per la realizzazione della condotta di mandata del pozzo comunale “Nescilacqua”. Progetto che “per carenza di organico di personale tecnico”, il Comune non poteva fare da solo e doveva per questo necessariamente “procedere all’affidamento dell’incarico a soggetto esterno”.
Tutto legale sulla carta. Il problema, però, è di opportunità politica. L’ingegnere Trifoli, infatti, è il primo cugino e omonimo del sindaco Tonino Trifoli. E siccome l’importo è inferiore ai 40mila euro, nella determina c’è scritto “affidamento diretto senza procedimento di gara, nel rispetto dei principi di rotazione”.
La cosa simpatica è che non è stato l’ingegnere Trifoli a bussare alla porta del Comune, ma è stata l’amministrazione (guidata dal figlio di suo zio) che sei giorni prima, il 29 novembre, ha chiesto la sua “disponibilità per la progettazione dell’intervento”.
Il 4 dicembre la disponibilità del cugino ingegnere è arrivata con l’offerta di “un ribasso del 2% sull’importo stimato”. Meno di 24 ore e il 5 dicembre l’ufficio tecnico ha pubblicato la determina dirigenziale con l’affidamento diretto che lascia più di qualche perplessità in un Comune guidato da una maggioranza che, in campagna elettorale, per attaccare l’ex sindaco Mimmo Lucano ha sbandierato i valori della trasparenza e della legalità. Non quello dell’opportunità e quindi nessun bando pubblico per affidare al cugino del sindaco il progetto di una condotta che collega il pozzo “Nescilacqua” con il serbatoio di Riace Marina.
Semplicemente il Comune ha scelto direttamente il parente di Trifoli attingendo dalla “short list dei professionisti predisposta da quest’ufficio”. Sia chiaro però che i soldi non ce li mette il Comune: “Il presente provvedimento – è scritto infatti nella determina firmata dal dirigente Domenico Pazzano – non comporta riflessi diretti o indiretti sulla situazione economico finanziaria o sul patrimonio dell’ente in quanto interamente finanziato con i fondi del Ministero e della Regione Calabria”. E questo grazie a una delibera che la giunta Trifoli ha emesso il 30 ottobre 2019.