La banca d'investimento taglierà il 2,5% del suo personale, senza risparmiare dirigenti e dipendenti degli uffici di Londra e New York. La decisione arriva dopo un terzo trimestre molto positivo, con i ricavi più alti di sempre per quel periodo dell'anno
La banca d’investimento statunitense Morgan Stanley taglierà più di 1.500 posti di lavoro in tutto il mondo, per “risparmiare e adattarsi all’ambiente economico“. Sarà coinvolto il 2,5% della sua forza lavoro. La notizia è riportata da vari media americani. Secondo Bloomberg, che cita fonti anonime, i tagli non risparmieranno i dirigenti e gli uffici di New York e Londra. Stando a Cnbc, inoltre, i ruoli più colpiti saranno il settore tecnologia, le funzioni di sostegno e gli analisti. Sembra che saranno coinvolti anche i trader. La decisione arriva dopo un terzo trimestre molto positivo per la banca, che ha realizzato i ricavi più alti di sempre per quel periodo dell’anno.
Una fonte ha dichiarato al Financial Times che si tratta di un “robusto controllo dei costi. Non stiamo annunciando che l’ambiente [finanziario] sarà molto peggiore l’anno prossimo… [ma] facciamo attenzione al fatto che potrebbe non essere migliore“. Al 30 settembre Morgan Stanley, la cui sede si trova a Times Square a Manhattan, nel centro di New York, dava lavoro a circa 60mila persone. La banca è specializzata nella gestione di grandi patrimoni, attività di intermediazione e consulenza alle imprese nelle transazioni di fusioni e acquisizioni o per l’ingresso in Borsa.
Martedì è stato inoltre reso noto che la commissione per le sanzioni dell’Amf (l’autorità dei mercati finanziari francese) ha multato la banca americana Morgan Stanley per 20 milioni di euro per “manipolazione del corso del mercato francese nel 2015″. È contestato a Morgan Stanley l’acquisto massiccio a Londra nel giugno 2015, in piena crisi del debito greco, di titoli sovrani francesi e belgi, mutandone artificialmente il prezzo per rivenderli a un costo maggiore. Ipotesi che la banca aveva “confutato categoricamente”.