A più di un anno dall’entrata in vigore del testo il nodo principale restava proprio la mancanza del registro nazionale delle Dat, nelle quali i cittadini dichiarano a quali cure vogliono o non vogliono essere sottoposti in caso di futura incapacità di decidere
“Ho appena firmato il decreto sulla banca dati nazionale per le Disposizioni Anticipate di Trattamento (Dat). Con questo atto la legge approvata dal Parlamento è pienamente operativa e ciascuno di noi ha una libertà di scelta in più”. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato su Facebook quello che si attendeva da mesi per dare piena attuazione alla legge sul biotestamento approvata dal Parlamento a fine 2017. A più di un anno dall’entrata in vigore del testo, infatti, il nodo principale era proprio la mancanza del registro nazionale delle Dat, nelle quali i cittadini dichiarano a quali cure vogliono o non vogliono essere sottoposti in caso di futura incapacità di decidere. Un anno fa, a dicembre 2018, l’Associazione Luca Coscioni si è rivolta al ministro della salute Giulia Grillo per sollecitare l’approvazione dei decreti attuativi. “Sono stati stanziati 2 milioni di euro con la finanziaria 2017 (anche se la cifra si è poi ridotta, ndr) – ricorda Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Coscioni – e altri 400mila euro all’anno con la finanziaria 2018 per la creazione della banca dati che avrebbe dovuto essere operativa entro il 30 giugno 2018”.
E oggi finalmente è arrivata la firma di Speranza. Un risultato arrivato, sottolinea Gallo, “dopo 17 mesi di violazione della legge da parte del Ministero della Salute” e che dà il via libera alla nascita di “uno strumento utile per rendere pienamente applicativi i testamenti biologici su tutto il territorio nazionale”. Per questo decreto l’Associazione Luca Coscioni aveva prima diffidato il ministero della Salute, poi aveva fatto ricorso al Tar Lazio. La prima udienza si sarebbe dovuta tenere il 16 dicembre 2019. Erano ormai 10mila le persone firmatarie dell’appello per l’istituzione della Banca dati indirizzato prima alla ministra Giulia Grillo, successivamente al ministro Roberto Speranza. “Le DAT depositate presso i Comuni o i notai – continua Gallo – saranno finalmente immediatamente consultabili dai medici in caso di bisogno, in qualsiasi struttura sanitaria del territorio nazionale. Per completare l’applicazione della legge 219/2017, ora il ministero della Salute, le Regioni e le aziende sanitarie rispettino l’articolo 4 comma 8 della legge 219, laddove indica che questi devono provvedere ‘a informare della possibilità di redigere le Dat‘”.