Era decollato da Punta Arenas, nel sud del Cile, ma durante il volo è sparito improvvisamente dai radar. L’aereo, un C-130 dell’aviazione militare cilena, era partito verso la base antartica “Presidente Eduardo Frei Montalva” in condizioni meteorologiche favorevoli, ma poi ha fatto perdere le sue tracce nella prima parte del viaggio. Il tragitto sarebbe dovuto durare tra le quattro e cinque ore. A bordo c’erano 38 persone, di cui 35 militari e tre civili. In nottata, dopo aver sottolineato che il C-130 aveva un’autonomia di otto ore di volo, i vertici dell’aviazione cilena hanno ufficializzato l’esistenza di “un incidente” e hanno lanciato i soccorsi lungo la rotta prevista dell’aereo. Sono in corso intense ricerche contro il tempo, a cui partecipano numerosi Paesi.
In una conferenza stampa, il comandante Claudio Alcázar, capo delle comunicazioni dell’aeronautica cilena, ha fornito l’elenco dei passeggeri a bordo del velivolo, precisando che alle ricerche partecipano due navi commerciali, altre due della Marina, e undici aerei di Cile, Uruguay e Argentina, mentre vengono utilizzate immagini di tre satelliti (due statunitensi e uno cileno). Ma le speranze di trovare superstiti sono poche, come ha affermato il ministro della Difesa cileno, Alberto Espina: “Sono stati utilizzati tutti i mezzi disponibili ma le condizioni sono proibitive ed è molto difficile” rintracciare il velivolo. Da parte sua il presidente della repubblica, Sebastián Piñera, ha annunciato di aver rinunciato ad andare a Buenos Aires per l’insediamento del presidente argentino Alberto Fernández. Il presidente seguirà il coordinamento delle operazioni di soccorso dalla base aerea cilena di Cerrillos.
Il ministro della Difesa Alberto Espina e il comandante dell’Aeronautica militare Arturo Merino si sono trasferiti a Punta Arenas per seguire più da vicino le operazioni di ricerca che si svolgono in un raggio di 60 miglia dal punto in cui sono stati persi i contatti radar. Da là il ministro ha confermato che l’aereo “è scomparso all’improvviso” e che si stanno “facendo tutti gli sforzi immaginabili, umani e materiali con aerei, navi, satelliti nazionali e sostegno straniero (anche di Usa, Perù e Israele)”. Il generale Eduardo Mosqueira ha detto che un filo di speranza di trovare dei superstiti è legato al fatto che, nel caso in cui abbia potuto ammarare, l’aereo disponeva di due gommoni che potevano essere utilizzati dai passeggeri. Il C-130 aveva inoltre un sistema ELT che indicava in maniera permanente la sua posizione satellitare. Sembra però che abbia cessato di funzionare. Purtroppo, ha concluso l’alto ufficiale, ci sono “onde alte fino a sei metri che hanno reso difficile l’intervento delle navi che incrociano nella zona”.