Il 4 ottobre 2018, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella firnò il dl su Immigrazione e Sicurezza e quattro mesi diede l’ok al Decreto Sicurezza bis, accompagnando entrambi con puntualizzazioni e richieste di modifiche. Nella Giornata mondiale dei Diritti umani i radicali rivolgono un appello al capo dello Stato, chiedendogli di richiamare nel tradizionale discorso di fine anno le valutazioni già espresse sui due testi
Sono passati 18 mesi da quando, il 4 ottobre 2018, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il Decreto legge su Immigrazione e Sicurezza e quattro mesi dall’ok al Decreto Sicurezza bis. Entrambi accompagnati da puntualizzazioni e richieste di modifiche. “Avverto l’obbligo di sottolineare che, in materia, come affermato nella Relazione di accompagnamento al decreto, restano ‘fermi gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato’, pur se non espressamente richiamati nel testo normativo, e, in particolare quanto direttamente disposto dall’articolo 10 della Costituzione e quanto discende dagli impegni internazionali assunti dall’Italia”, scrisse a ottobre il capo dello Stato al premier Giuseppe Conte.
Così è proprio a Mattarella che i Radicali Italiani rivolgono un appello nella Giornata mondiale dei Diritti umani, chiedendogli di richiamare nel tradizionale discorso di fine anno le valutazioni già espresse sui due testi e di evidenziare la necessità di tutelare i diritti inviolabili di ogni persona nel quadro degli accordi con la Libia. Ad oggi i decreti non sono stati ancora modificati, anche se il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha annunciato che è pronto uno schema di provvedimento con le modifiche sollecitate dal capo di Stato. Ma c’è già chi, tra Pd e LeU, è convinto che i punti critici evidenziati da Mattarella rappresentino solo parte del problema.
I RADICALI: “INERZIA POLITICA” – “Per effetto dell’inerzia politica che immobilizza su alcuni temi il Governo, oggi siamo ancora in attesa delle necessarie modifiche ai testi di legge’ commenta Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani. “Eppure – scrivono nella lettera al capo dello Stato – in merito alla cancellazione della protezione umanitaria, lei ha voluto rimarcare che nel nostro Paese è garantito il diritto d’asilo” mentre, riguardo alla messa sotto accusa del soccorso in mare e delle organizzazioni impegnate a salvare vite umane nel Mediterraneo “ha ricordato che l’obbligo di salvare i naufraghi è prioritario”. L’appello dei Radicali arriva a circa un mese da una sentenza significativa: a metà novembre la Cassazione, nell’ambito del ricorso del Viminale contro tre casi di concessione di permessi di soggiorno per motivi umanitari, ha stabilito che il dl Salvini non si applica retroattivamente alle domande di protezione umanitaria.
FIANO (PD): “QUEI DECRETI VANNO MODIFICATI” – “Non abbiamo ancora visto il testo – spiega a ilfattoquotidiano.it il deputato Pd Emanuele Fiano – ma pensiamo che i due decreti vadano modificati. L’assemblea nazionale del Pd ha firmato un ordine del giorno che chiede proprio la loro cancellazione”. D’altro canto, anche nell’accordo con cui è nato l’attuale governo c’è l’impegno comune ad attuare le modifiche “nel segno di quanto sostenuto da Presidente della Repubblica”. Ma per Fiano è necessario andare anche oltre le richieste di Mattarella, perché “le sanzioni di cui parla nelle sue osservazioni nascono da una norma e mettono in luce un contrasto insanabile tra quella norma e l’obbligo di salvare vite umane sancito da trattati internazionli”.
Come dimostra ciò che è accaduto a Carola Rackete, la capitana della Sea-Watch 3, che nel giugno scorso è stata arrestata per aver fatto attraccare la sua nave nel porto di Lampedusa senza avere l’autorizzazione. Proprio Fiano, a luglio scorso, nel corso di una seduta a Commissioni riunite sul decreto Sicurezza bis ha sottolineato che l’articolo 1 del testo si richiama espressamente solo alla Convenzione di Montego Bay, ossia la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e non all’articolo 33 della Convenzione di Ginevra, all’articolo 19 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e ad altri trattati internazionali. “Ed è in contrasto – ribadisce – anche con la stessa Convenzione di Montego Bay”, quando dispone che il comandante di una nave presti soccorso a chiunque sia trovato in mare in condizioni di pericolo, sempre che non si mettano a repentaglio nave, equipaggio e passeggeri.
PALAZZOTTO (LEU): “LE MODIFICHE, UN PUNTO DI PARTENZA” – È convinto che le modifiche chieste da Mattarella siano solo un punto di partenza anche il deputato LeU Erasmo Palazzotto, capo della missione con la nave ‘Alex’ della rete delle associazioni Mediterranea Saving Humans che, dopo aver salvato 54 persone e dopo più di due giorni in mare, a luglio 2019 ha forzato il blocco imposto dalle autorità italiane, entrando nel porto di Lampedusa. Una volta indagato, Palazzotto ha scelto di non avvalersi dell’immunità parlamentare.
“Quei decreti andrebbero totalmente abrogati – spiega a ilfattoquotidiano.it – e questo governo dovrebbe avere in coraggio di cambiare totalmente il paradigma sulla politica migratoria e abbandonare l’idea che gli Stati debbano ostacolare il salvataggio in mare delle persone e rendere più difficile l’integrazione di quelle che sono già qui”. Dove intervenire? “Dalla reintroduzione della protezione umanitaria per garantire accesso al diritto d’asilo, al ritorno dello Sprar come modello prevalente, fino alla contestata iscrizione anagrafica dei cittadini stranieri presenti sul nostro territorio”. E poi ci sono le ong. “In questo momento ci sono tre navi bloccate per provvedimenti amministrativi – racconta Palazzotto – emanati in virtù del decreto Sicurezza. Un atto di coraggio sarebbe quello di revocare quei provvedimenti e permettere di salvare vite umane in attesa che si sblocchi il quadro normativo”.
LA SITUAZIONE IN LIBIA – Nel caso specifico della Libia, i Radicali ritengono che il memorandum sull’immigrazione, firmato nel 2017 dall’allora premier Paolo Gentiloni e dal primo ministro del governo di riconciliazione nazionale libico al-Serraj, debba essere sospeso prima della scadenza di febbraio. In questa direzione va anche l’appello lanciato di recente da diversi parlamentari ed eurodeputati italiani non solo Radicali, ma anche di Sinistra italiana, Pd, Italia viva e M5s: “Non possiamo far finta di non sapere”.
Oggi si chiede a Mattarella di dedicare nel suo discorso anche un passaggio alla situazione che vede il Paese protagonista di continue e gravi violazioni dei diritti umani. “Aumentano ogni giorno di più caos, violenze e sofferenze dei cittadini libici e dei tanti migranti lì bloccati, rinchiusi nei centri di detenzione in condizioni terribili”, scrivono i Radicali. Il tutto, mentre l’Italia e l’Ue “supportano alcuni corpi militari libici affinché impediscano ai migranti di raggiungere le nostre coste per poi essere nuovamente rinchiusi in condizioni inaccettabili”. Infine, i Radicali sottolineano la necessità di lavorare su strategie “per favorire una concreta politica dell’inclusione, come quella delineata dalla proposta di legge popolare basata sulla campagna ‘Ero straniero’ – ricordano – sottoscritta da 90mila cittadini italiani e che prevede la promozione del regolare soggiorno e dell’inserimento sociale e lavorativo di cittadini stranieri non comunitari”.