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Terni, 18 cambi di casacca in 16 mesi: la maggioranza leghista in Comune regge grazie a due consiglieri fuoriusciti dal M5s

La giunta del sindaco del Carroccio, Leonardo Latini, si appresta a vivere un nuovo rimpasto che causerà ulteriori tensioni interne. E la Corte dei Conti dell’Umbria ha certificato un disavanzo da 12 milioni che rischia di portare al secondo dissesto in un anno e mezzo

Una maggioranza traballante che si regge sui voti di due ex consiglieri comunali eletti con il Movimento 5 Stelle e lo spettro, sempre più realistico, di un dissesto bis che potrebbe mettere in crisi la giunta leghista di Leonardo Latini. Non solo: c’è anche un rimpasto alle porte. Nella fu rossa Terni, la Lega governa da un anno e mezzo ma l’ultima settimana ha messo a dura prova la stabilità della giunta: il Consiglio comunale è nel caos e la Corte dei Conti dell’Umbria ha certificato un disavanzo da 12 milioni che rischia di portare al secondo dissesto in un anno e mezzo.

Nei giorni scorsi si sono verificati solo gli ultimi due cambi di casacca, entrambi all’interno della maggioranza: prima quello della consigliera M5s e vicepresidente del consiglio comunale, Patrizia Braghiroli, passata in maggioranza (iscritta al misto), e poi quello di Annamaria Leonelli da Fratelli d’Italia a “Uniti per Terni”, gruppo che mette insieme consiglieri di maggioranza e opposizione. Dopo il 18esimo cambio di casacca su 32 consiglieri comunali in soli sedici mesi, la maggioranza di centrodestra che sostiene il sindaco Latini adesso si regge sui voti di due membri eletti nel 2018 con il M5s: la stessa Braghiroli e Marco Cozza, passato armi e bagagli nella Lega a metà novembre. Un consigliere comunale dell’opposizione racconta a Ilfattoquotidiano.it che nelle prossime settimane potrebbero arrivare altre due defezioni nella maggioranza in grado di dare il colpo di grazia definitivo alla giunta Latini.

La maggioranza traballante – Il passaggio che più ha fatto discutere è stato quello di Patrizia Braghiroli che, dopo aver lasciato il M5s a ottobre perché in contrasto con le “scelte imposte da pochi e senza confronto alcuno”, ha deciso di sostenere la maggioranza e dimettersi da vicepresidente del Consiglio comunale (lasciato alle opposizioni). Il passaggio di Braghiroli però ha assunto un significato politico molto forte: la giunta di centrodestra di Latini si regge sui voti decisivi dei consiglieri che nel 2018 furono eletti con i Cinquestelle e che si sono sempre opposti al sindaco leghista. Un anno e mezzo fa, al momento dell’insediamento del Consiglio comunale, la maggioranza era di 21 consiglieri su 32, mentre oggi è scesa a 20 con il quorum a 17. Apparentemente sembrerebbe un solo voto di differenza ma in realtà tra i 20 sono compresi i due ex M5s che hanno compensato le perdite della maggioranza e il sostegno decisivo di Michele Rossi di “Terni civica”. Basta un’assenza strategica, com’è avvenuto a fine novembre in commissione bilancio, o una piccola rottura per far andare sotto la maggioranza di Latini.

La vera crisi è quella della Lega che, nel solo mese di settembre, alla vigilia delle elezioni regionali poi vinte, ha perso ben quattro consiglieri che sono passati al misto e nelle altre forze della maggioranza. Emanuele Fiorini, Paola Pincardini, Anna Maria Leonelli e Doriana Musacchi hanno deciso di lasciare il Carroccio in polemica con la commissaria Barbara Saltamartini, accusata di “non conoscere il territorio”. La spaccatura all’interno del centrodestra si è acuita nelle ultime ore in vista del secondo rimpasto di giunta in pochi mesi, dovuto alla nomina di Enrico Malasecche come nuovo assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti e dell’elezione in consiglio regionale di Valeria Alessandrini (entrambi della Lega).

Sul rimpasto si sta consumando uno scontro proprio tra il sindaco Latini e la commissaria della Lega Saltamartini: il primo vorrebbe portare qualche nome civico in giunta mentre la proconsole umbra di Matteo Salvini vorrebbe rimpiazzare i due leghisti con altrettanti esponenti del Carroccio. Nel mezzo si è inserito il gruppo, decisivo, di “Umbria civica” che chiede un posto in giunta con toni minacciosi. Nelle prossime ore si capirà come il sindaco Latini riuscirà a sbrogliare la matassa.

M5S: “Trasformismo puro” – Profondamente deluso è Thomas De Luca, ex consigliere comunale M5s eletto a fine ottobre in consiglio regionale: “La giunta traballa per questioni interne e la situazione è esplosiva – conferma al Fatto.it – e sono molto dispiaciuto che a tenerla in piedi siano miei ex colleghi. A livello umano e politico è stato un momento difficile quando Cozza e Braghiroli sono passati in maggioranza, per questo spero che a livello legislativo venga inserito, se non un vero e proprio vincolo di mandato, almeno una forma di recall per evitare che si passi con formazioni politiche diametralmente opposte”.

Conti disastrati – Alla crisi politica, mercoledì scorso si è aggiunta una nuova bomba a orologeria per la giunta Latini: la Corte dei Conti umbra ha certificato un disavanzo da 12 milioni di euro su un totale di 95 milioni. L’esposto alla magistratura contabile era stato presentato nei mesi scorsi dai consiglieri del Partito Democratico e la delibera della corte risale al 21 novembre scorso: il disavanzo dipende dai residui legati ai mutui relativo anche al primo anno di amministrazione Latini. L’assessore Orlando Masselli, che nei mesi scorsi aveva ammesso un disavanzo da 4 milioni, ha minimizzato: “L’amministrazione comunale smentisce di aver ricevuto qualsiasi corrispondenza formale in merito alla situazione finanziaria dell’ente”. Ma adesso, per evitare il secondo dissesto dopo quello del marzo 2018, la giunta leghista sarà costretta a una manovra lacrime e sangue.

Twitter: @salvini_giacomo