È stato sgomberato il campo profughi di Vucjak in Bosnia, più volte sotto accusa da parte delle organizzazioni umanitarie per le condizioni di vita disumane. La chiusura, annunciata e poi rinviata, è stata portata a termine in queste ore con il trasferimento di 700 richiedenti asilo e lo smantellamento delle tende. Distante circa 8 chilometri dal confine croato, il campo si trovava su una ex discarica e poco distante da alcune aree infestate dalle mine delle guerre balcaniche. Da lì, come documentato in un nostro reportage, i migranti partivano per il cosiddetto “game”, ossia il tentativo di raggiungere l’Europa a piedi attraverso i boschi, sfuggendo ai controlli e alle violenze della polizia croata. Non sono pochi infatti i migranti tornati in Bosnia con lividi, ferite ed evidenti segni di maltrattamenti e percosse.

La situazione nell’accampamento era apparsa insostenibile fin dalla sua apertura, decisa dalle autorità locali per allontanare i richiedenti asilo dalla città di Bihac, a causa dell’assenza di acqua, di luce e dei servizi igienici basilari. Con l’arrivo dell’inverno le condizioni erano peggiorate, con i migranti costretti dentro tende fatiscenti, al freddo e sotto la neve. Le operazioni di spostamento sono state avviate nella giornata di martedì 10 dicembre e sono durate alcune ore. 700 persone sono state trasferite con quattordici pullman: 370 di loro sono arrivati al centro d’accoglienza di Usivak, nei pressi di Sarajevo, mentre all’alba di mercoledì gli altri 330 sono stati portati a Blazuj, piccola città vicino a Mostar, in una ex caserma. In quest’ultimo centro presto arriveranno anche tutti gli altri e lì i migranti passeranno l’inverno.

Il portale Klix.ba riferisce che la maggioranza dei migranti sistemati a Blazuj sono pachistani, afghani e iracheni. Raccontano di essere pronti a svernare a Blazuj per cercare di raggiungere l’Europa in primavera. Il portavoce del cantone di Sarajevo, Mirza Hadziabdic, citato dai media, ha dichiarato che le operazioni di trasferimento, seguite da oltre cento agenti di polizia, si sono svolte senza incidenti o difficoltà alcuna. Ma alcuni migranti si sono resi irreperibili per non essere allontanati dal confine con la Croazia e provare a intraprendere anche in questi giorni di gelo il viaggio lungo la rotta balcanica.

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