Giovedì 12 dicembre si vota nel Regno Unito. Un’elezione importante perché dal suo risultato dipenderà il futuro della Brexit. Nelle ultime ore i due leader avversari, quello del Partito conservatore (a favore della Brexit immediata) Boris Johnson e quello del Partito laburista (sfavorevole alla Brexit e a favore di un nuovo referendum) Jeremy Corbyn hanno pubblicato due spot elettorali molto particolari.
Dato il periodo, entrambi i video puntano su un mood natalizio. Sono simili per certi versi, ma con una differenza, come vedremo, che dice molto sul diverso approccio dei due leader in questa campagna elettorale lampo, scattata a seguito dell’improvvisa decisione di tornare al voto presa da Johnson a ottobre.
Iniziamo con il video dell’eccentrico premier uscente. Johnson si ispira alla commedia natalizia romantica Love Actually e fa la parodia della scena simbolo, in cui il protagonista dichiara il suo amore alla ragazza senza parlare, solamente sfogliando una serie di cartelli con delle frasi scritte sopra.
Invece delle frasi romantiche, un goffo Johnson mostra a una signora perplessa sull’uscio di casa un invito a votare il partito conservatore alle elezioni di giovedì. I messaggi sono tutti sulla Brexit: “Con un po’ di fortuna, il prossimo anno faremo la Brexit, se il Parlamento non la bloccherà di nuovo”. Johnson insiste sulla necessità di non ritrovarsi un Parlamento senza i numeri sufficienti per farlo: “Hai una scelta da fare tra una maggioranza che vuole lavorare o un altro parlamento paralizzato dalla discussione sulla Brexit”.
La scena chiude con l’esortazione “Basta. Facciamolo”, e un motto che riprende il titolo della commedia: Vote conservative actually. Johnson la butta sulla simpatia e sull’autoironia. Una scelta giusta visto il suo vantaggio.
Nei sondaggi i conservatori hanno più del 40%. Sono dieci punti davanti ai laburisti. Con un vantaggio così ampio, non conviene a Johnson fare provocazioni forti. Di solito è chi sta sotto a dover andare all’attacco, giocandosi il tutto per tutto, pur di far parlare di sé, anche col rischio dell’effetto boomerang. A lui conviene optare per un finale conservativo, anche perché Corbyn non è un gran comunicatore.
Vediamo adesso proprio lo spot del leader dei laburisti Jeremy Corbyn.
Anche Corbyn punta sulla simpatia e anche lui ricicla un format esistente: Mean Tweets di Jimmy Kimmel, già interpretato fra gli altri anche da Barack Obama. Corbyn risponde ad alcuni tweet ironici con delle battute sul fatto che sia comunista e “veramente sexy”. A un utente che si chiede chi sia Corbyn, risponde come battuta finale: “il prossimo primo ministro”.
Nello spot c’è spazio solo per due battute su un paio di proposte elettorali, quelle su banda larga e Università gratis per tutti. Nessun accenno alla Brexit. Entrambi gli spot puntano dunque a creare empatia col candidato, piuttosto che a far conoscere i rispettivi programmi. Un po’ di simpatia effettivamente serve a entrambi, visto che sono decisamente impopolari (Johnson piace al 35%, mentre Corbyn al 21%).
La differenza fondamentale fra i due video è che Johnson parla della Brexit e ne ha fatto comprensibilmente il suo tema principale in tutta la campagna elettorale. Corbyn invece non ne parla in questo spot, restando coerente alla strategia già applicata in tutta la campagna di non insistere troppo sul Remain, per non scontentare la piccola parte del suo partito (circa il 10%) che vuole la Brexit.
Un grande errore di posizionamento politico. Per non perdere quel 10% di elettorato, Corbyn sta perdendo le elezioni. I giochi sembrano fatti, ma il voto britannico ci ha abituati a grandi sorprese. Gli occhi dell’Europa e del mondo saranno tutti sul voto di domani.