La fine dei “regimi pensionistici speciali” senza però toccare i nati “prima del 1975”. Il premier francese Edouard Philippe, intervenendo al Consiglio economico e sociale di Parigi, ha svelato i contenuti della contestata riforma delle pensioni contro cui i sindacati nei giorni scorsi hanno organizzato uno dei più grandi scioperi generali degli ultimi tempi. Il governo ha rivelato quali saranno le linee generali del provvedimento che, di fatto, non si discostano di molto dalle anticipazioni. Anche per questo il leader della CGT Philippe Martinez ha ribadito che torneranno a protestare: “Ci stanno prendendo in giro”. La CGT-Cheminots, il primo sindacato nel settore dei trasporti, ha lanciato un appello a “inasprire lo sciopero”. Il progetto di legge sarà presentato in consiglio dei ministri il 22 gennaio. Il testo sbarcherà poi in Parlamento entro fine febbraio.
Philippe ha annunciato che il governo procederà nel cercare di uniformare i vari regimi pensionistici: “Lo faremo progressivamente, senza brutalità, e nel rispetto dei percorsi individuali” di carriera. “Un sistema universale comporta la soppressione dei 42 regimi esistenti, tra cui i regimi speciali. So che numerosi dipendenti della SNCF (la compagnia ferroviaria) e della RATP (la compagnia del trasporto pubblico parigino) contestano questa ambizione. Ma è al centro del progetto presidenziale, approvato al momento del voto del 2017″, ha ricordato. Per il premier francese la riforma previdenziale “non è un salto nell’ignoto”. “Mi pare che le garanzie fornite alle persone più timorose (della futura riforma delle pensioni, ndr) giustifichino la ripresa del dialogo e lo stop dello sciopero che penalizza milioni di francesi”. Il premier ha scelto poi di rivolgere un pensiero di “solidarietà” a tutte le persone che devono far fronte in questi giorni ai pesanti disagi dovuti allo sciopero dei trasporti pubblici. Nonostante la rivolta di sindacati come CGT e Force Ouvrière, Philipe si è detto “totalmente determinato” a condurre in porto la riforma, perché “la ritengo giusta”.
Anche se l’età legale di 62 anni per andare in pensione non cambia, il premier francese ha annunciato che si lavorerà all’introduzione di un sistema di “bonus-malus”, che spinga i francesi a “lavorare più a lungo” e raggiungere “l’età d’equilibrio” di 64 anni nel 2027. Un punto, quest’ultimo, che infiamma ulteriormente i sindacati, incluso di quelli più riformisti come la CFDT, che Macron sperava di attirare nel suo campo.