La tela, di proprietà della Galleria d’arte moderna Ricci Oddi, è al centro di uno dei più famosi gialli del mondo dell’arte, visto che si sono perse le sue tracce nel 1997. La scoperta fatta da due operai mentre stavano facendo lavori di manutenzione
‘Ritratto di signora’ è sparito nel nulla 22 anni fa. Rubato? Andato perso? Nessuno ha mai svelato il mistero. È la storia del ritratto femminile del pittore austriaco Gustav Klimt, di proprietà della Galleria d’arte moderna Ricci Oddi di Piacenza, diventato uno dei più famosi gialli del mondo dell’arte. Un vero e proprio cold case. Nella giornata del 10 dicembre però, durante i lavori di pulizia del giardino, dentro a un sacco nero infilato in una botola, è stato trovato un quadro che potrebbe essere proprio la celebre opera dell’artista austriaco.
Durante i lavori di manutenzione e pulizia del giardino esterno alla stessa galleria, che prevedevano la rimozione di una massa d’edera, due operai hanno scoperto uno sportello che chiudeva una sorta di rientranza, quasi una botola. “La macchina per la rimozione, sradicando la pianta, ha aperto una botola che risultava completamente nascosta – ha raccontato l’avvocato Franca Franchi, presidentessa dell’associazione Amici dell’Arte e membro del CdA della Galleria, che era presente al momento del ritrovamento -. Quando hanno visto l’involucro si sono rivolti a Dario Gallinari, uno dei custodi, e il collega, Leonardo Caronia ha chiamato la polizia”.
Non ci sono ancora certezze sul fatto che si tratti proprio di ‘Ritratto di signora’, “ma la somiglianza è notevole e sul retro ci sono i sigilli ufficiali”, ha aggiunto Franchi. La galleria è stata chiusa al pubblico e, mentre scientifica e squadra mobile procedono con i sopralluoghi nel complesso, l’opera è stata trasferita in un luogo sconosciuto, sotto custodia dell’Autorità giudiziaria, per accertare se effettivamente si tratti della copia originale.
La tela, che rappresenta una giovane donna con i capelli raccolti e gli abiti dai colori delicati, aveva fatto perdere le sue tracce nel 1997. Era il 9 febbraio del 1997 quando dalla galleria partì la telefonata di denuncia e venne aperta immediatamente un’inchiesta. Era spuntata anche una pista esoterica, che vedeva la tela nelle mani di una setta satanica per un rito macabro in un cimitero. Un’ultima ipotesi parlava invece di un ladro che avrebbe confessato di aver venduto l’opera a un facoltoso compratore, che l’avrebbe poi ceduta a trafficanti stranieri, spaventato dal tumulto mediatico. Nessuno ha mai risolto il mistero, ma il ritrovamento di oggi potrebbe dare quelle risposte che si cercano dal 1997.