Senza esclusione di colpi. La guerra dei concerti, che ha come grande palcoscenico non solo il Veneto, ma la platea nazionale, si combatte con tutte le armi, esposti, querele, interviste e denunce. E’ questo lo scenario in cui si sta consumando lo scontro tra il promoter padovano Zed (di Diego Zabeo, Valeria Arzenton e Daniele Cristofoli) e i colossi che decidono come e dove far cantare le star italiane. E come vendere i biglietti. L’ultima notizia in ordine di tempo è costituita dall’indagine penale per violenza privata aperta dalla Procura di Padova nei confronti di Ferdinando Salzano, il manager dei vip, a causa di supposte ritorsioni nei confronti di Zed. E’ una vicenda iniziata un anno fa, in più atti.
Ricorso all’Antitrust. Si comincia con un’indagine per abuso di posizione dominante aperta dall’Agcm nei confronti di TicketOne e CTS Eventim, che riguardava la prevendita online dei biglietti per i concerti in Italia. Lo scorso marzo, l’autorità garante della libera concorrenza aveva annunciato “di estendere il procedimento all’imposizione delle esclusive ai promoter locali per il tramite dei promoter nazionali, nonché alle diverse azioni di ritorsione e boicottaggio nei confronti di Zed…”. Il procedimento (che è ancora in corso) veniva anche allargato “alle società F&P Group S.r.l., Di and Gi S.r.l., Vivo Concerti S.r.l., Vertigo S.r.l., controllate dalla società di diritto tedesco CTS Eventim AG & Co. KGaA, a capo dell’omonimo gruppo”. Un terremoto per i “signori dei concerti”. Anche perché le parole usate da Agcm erano pesanti: “Dagli elementi agli atti emerge come la strategia abusiva del gruppo CTS Eventim sia stata particolarmente aggressiva nei confronti di Zed, promoter locale con un peculiare modello di business e pertanto maggiormente in grado di minacciare il compimento della strategia escludente, e che detto gruppo nei confronti del suddetto operatore abbia messo in atto, tramite TicketOne S.p.A. e i promoter controllati da CTS Eventim AG & Co. KGaA, ritorsioni e boicottaggi, con il fine di ostacolare l’attività di Zed sia nel mercato rilevante che in mercati contigui (tra cui quello dell’organizzazione di eventi di musica live)”.
Le accuse. Agcm aveva elencato le contestazioni di cui deve verificare la fondatezza. La prima: “L’imposizione dell’esclusiva a favore di TicketOne con minaccia di cancellazione degli eventi organizzati dai promoter legati strutturalmente al gruppo CTS Eventim presso le venue di Zed”. La seconda: “L”apertura della distribuzione di biglietti per nuovi eventi destinati ad avere luogo nelle venue di Zed alle condizioni imposte unilateralmente dal relativo promoter nazionale addirittura senza l’assenso di Zed”. La terza: “Il condizionamento del pagamento di somme dovute a Zed per servizi già resi all’accettazione dell’esclusiva a favore di TicketOne”. La quarta: “Applicazione di condizioni discriminatorie a svantaggio di Zed per la vendita, tramite la piattaforma di TicketOne, di eventi promossi da Zed. Quinta: “Gravi disservizi provocati agli acquirenti dei biglietti per eventi ospitati nelle venue di Zed”.
Interviste & querele. Fin qui siamo nell’ambito di un conflitto imprenditoriale, di mercato. Ma il passaggio alla sede penale è stato breve. La scorsa primavera “Striscia la notizia” mandò in onda un’intervista a una donna, che rimaneva anonima e che svelava questa serie di condizionamenti, parlando apertamente di vessazioni e persecuzioni. In una seconda intervista compariva Valeria Arzenton di Zed che ribadiva il suo punto di vista. A questo punto TicketOne e CTS Eventim hanno fatto partire le querele. Al riguardo l’avvocato Fabrizio Ventimiglia chiarisce: “Confermo che la mia assistita, dottoressa Arzenton, risulta ad oggi indagata nell’ambito di un procedimento pendente avanti la Procura di Milano per il reato di diffamazione, a seguito delle dichiarazioni divulgate da ‘Striscia La Notizia’, ha già provveduto a fornire nelle sedi opportune tutti i necessari chiarimenti in ordine a tale vicenda e siamo fiduciosi che la Magistratura rileverà al più presto l’infondatezza delle accuse dei querelanti”. Gli avvocati Luigi Isolabella e Maria Beatrice Lanzavecchia, che tutelano Salzano, confermano l’esistenza delle querele e del procedimento per diffamazione.
Indagine a Padova. Tutto questo ha generato un nuovo capitolo giudiziario, in cui Salzano sarebbe indagato, anche se i suoi legali negano di aver ricevuto comunicazioni ufficiali. A chiarire qualcosa è invece l’avvocato della Arzenton. “In merito alla notizia della pendenza di un procedimento penale avanti alla Procura di Padova a carico del signor Salzano per il grave reato di violenza privata ai danni della dottoressa Arzenton, si tratta di procedimento avviato d’ufficio dalla Procura, evidentemente a seguito delle inchieste della stampa”. La Arzenton “è parte lesa e si riserva ogni azione per ottenere il risarcimento dei danni ingenti che ha subito”. Il pm Valeria Spinosa di Padova ha incaricato la polizia giudiziaria di acquisire le registrazioni delle trasmissioni di “Striscia”. E si è messa alla ricerca di prove nell’ipotesi di violenza privata commessa ai danni della Arzenton con la cancellazione di concerti e l’imposizione di clausole vessatorie. Qualcosa che sembra andare al di là di una semplice conflittualità commerciale. “Volevo preservare il mio lavoro e le mie attività – aveva spiegato la Arzenton riferendosi alla denuncia al’Antitrust – sapevo che avrei potuto rischiare delle gravi ripercussioni e questo puntualmente è avvenuto”. E aveva aggiunto: “A un certo punto ti difendi e ho pensato di metterci la faccia, inserendomi all’interno del procedimento aperto da Agcm e raccontando quanto avvenuto”. Ovvero? Embargo sui concerti, cancellazione di appuntamenti. I nomi dei cantanti? Renga, Pelù, ,D’Alessio, Elisa, il Volo, Mannoia, Nek… E sullo sfondo (come rilevato dall’Antitrust) un credito da 313mila euro che Zed rischiava di non vedersi pagato se non si fosse piegata alle richieste.