Outsiders 2 - 4/6
La tag-line recita: “storie di artisti geniali che non troverete nei manuali di storia dell’arte”. Poi appena sfogli la prima pagina e ti imbatti in Hilma af Klint, una signora svedese di fine ottocento che nel suo muto isolamento esplorò per prima al mondo l’astrattismo in centinaia di quadri senza che nessuno attorno a lei avesse mai saputo niente per decenni, ti viene un accidente. I suoi dipinti sono tutti stampati davanti a tuoi occhi e ti viene detto che vengono prima di Kandinsky e di qualsiasi altro pittore astratto. Alfredo Accattino la tocca piano. Il suo Outsiders 2 (Giunti) continua a stupire. Un ulteriore capitolo dell’arte non raccontata dal mainstream ma egualmente, se non maggiormente, importante.
Il caso Hilma af Klint non è l’unico, anche se nel suo cinico destino (scoperta quasi 100 anni dopo), è quello più eclatante. Ci sono anche, tra le decine di biografie, quella di Pan Yuliang, la pittrice cinese che da ragazzina venne venduta a un bordello da uno zio e che solo negli anni venti acquisirà la sua libertà diventando la prima pittrice cinese che dipinge “all’europea”; l’italiano Sebastiano Carta, pittore street artist ante litteram nell’Italia degli anni cinquanta; o Esther Nikwambi Mahlangu, una signora sudafricana che fin da decenne dipingeva gli esterni delle case nel suo villaggio portando avanti la tradizione della popolazione Ndbele e che venne scoperta negli anni ottanta finendo perfino per dipingere con motivi Ndbele sia automobili che aeroplani. Accattino scrive in maniera accattivante, collega sacro e profano, parteggia per i suoi outsider sopra e fuori le righe. Il volumone, zeppo di fotografie e disegni si gusta amabilmente. “L‘arte non esiste, esistono le persone”. Voto 7