Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio l’hanno più volte spiegato: non possiamo cambiare l’animo umano e ci dovremo sempre aspettare dei tradimenti da parte di coloro che fanno prevalere i propri interessi rispetto a quelli di un progetto comune. Purtroppo avevano ragione, il M5s sin dall’inizio della sua storia è stato inquinato da personaggi che alla prima occasione utile hanno trovato delle scuse per perseguire i propri interessi, il proprio ego.

Le scuse a volte sono davvero imbarazzanti, come la presunta incoerenza del M5S nel perseguire il programma, lo sono ancor di più se ad addurle è chi sta facendo il salto della quaglia andando alla Lega. Come si fa ad essere stati nel M5s e poi andare in un partito che vuole privatizzare l’acqua, che vuole il Tav, le trivelle in mare e che reputa il Reddito di Cittadinanza un orrore. Come si fa ad essere stati nel M5S e poi transitare in un partito di condannati e indagati che, con sentenza definitiva, deve ben 49 milioni al popolo italiano?

La vera domanda da porsi è che chi oggi tradisce il M5s, recitava prima o recita adesso? Questi attori da avanspettacolo dovrebbero vergognarsi perché hanno tradito il sogno di milioni di persone.

Abbiamo sempre sostenuto che chi non si ritrova più con il percorso politico del M5S si deve dimettere. È comodo tenersi l’intero stipendio e poi venire in aula sporadicamente. È proprio quello che stanno facendo i nostri primi fuoriusciti di questa legislatura.

Come ho spiegato nel mio video che sta girando alacremente tra gli attivisti del M5s, tutti i fuoriusciti del M5S sono scomparsi dal panorama politico e questa è una lezione che tutti gli eletti dovrebbero aver imparato molto bene. Inoltre, come mi ha confidato un collega della Lega, loro promettono un seggio solo per ammaliarli, ma la realtà è ben diversa. Del resto perché, giunto davvero il tempo delle elezioni, dovrebbero appoggiare un traditore che non ha fatto un percorso politico con loro? È stato triste ed imbarazzante sentire nei corridoi di palazzo Madama frasi ironiche dei leghisti che, riferendosi ai nostri fuoriusciti, dicevano: “Ora gli regaliamo pure la spilletta, son capaci che se la mettono pure!”. Chi ha tradito un progetto di cambiamento per salire sul presunto carro dei vincitori, merita oltre all’oblio politico anche l’ilarità di chi sul carro già c’è.

Tutto ciò è vergognoso e tradisce le speranze dei cittadini che ci hanno mandato dentro questi palazzi, non per spianare la nostra personale carriera politica, ma per cambiare questo paese. Evidentemente il titolo di onorevole e senatore ha dato alla testa, ha convinto qualcuno che non siamo di passaggio in questi palazzi, ma con il sotterfugio, possiamo ambire a un terzo o quarto mandato. Diventare quei “politici di professione”, quella casta che noi abbiamo sempre combattuto.

Il M5s di certo necessita di diversi cambiamenti, sono passati dieci anni è un’evoluzione è indispensabile. E’ indispensabile una massiccia presenza sui territori, i parlamentari hanno il dovere di esserci, ascoltare i cittadini e risolvere, per quanto possibile, i problemi. Dobbiamo essere più collegiali, ascoltare di più e rimettere al centro quel concetto di comunità ed intelligenza collettiva che sono state le nostre spinte iniziali. Ma questi cambiamenti si fanno dall’interno e non tradendo. Ci stiamo mettendo l’anima, abbiamo sbagliato più volte, ma le nostre mani sono libere e pulite, siamo sinceri e lavoriamo per il cambiamento.

Nel Movimento 5 stelle non c’è mai stato spazio per chi vuole raggiungere i propri interessi personali e non quelli collettivi. Noi abbiamo sempre lottato contro quelle pratiche clientelari e l’affarismo, non ci siamo mai piegati alle logiche della vecchia politica, non abbiamo mai cercato il tornaconto personale, se non nella soddisfazione di far approvare un provvedimento per il bene dei cittadini italiani. Per far ciò, a causa di una legge elettorale volutamente scritta per non farci governare da soli, siamo stati costretti a chiedere convergenze a forze politiche distanti da noi. Questo ha creato confusione nel nostro elettorato, ma l’obiettivo è sempre stato il bene comune.

Noi ci stiamo battendo e continueremo a farlo dentro i palazzi del potere, abbiamo aperto le finestre e fatto entrare nuova aria. Fatto passare provvedimenti impensabili senza di noi. La casta ci vede come fumo negli occhi ed ha paura e sta tentando di fermarci in tutti i modi, a partire da una costante narrazione fatta da quella “fabbrica del consenso” che quotidianamente da dieci anni ci dileggia e umilia. Ma non ci fermeremo qui, abbiamo intenzione di andare avanti e, credetemi, non molleremo fino a che non avremo raggiunto il nostro obiettivo: cambiare questo Paese! Chi ha paura, chi non ci crede più, chi si vuole vendere, chi è stanco: vada via! Ora, ancor di più, è giunto il tempo del coraggio e servono dei guerrieri non codardi.

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