Oltre all'ex senatore dell'Union Valdotaine, scrive l'agenzia Ansa, sono indagati, per lo stesso reato, anche due assessori e un consigliere regionale. L’indagine è stata svolta dai carabinieri di Aosta. Gli investigatori hanno documentato con fotografie l'incontro tra l'ex presidente Vièrin e uno degli esponenti di vertice della 'locale' di Aosta"
Il presidente della Regione Valle d’Aosta Antonio Fosson, è indagato per scambio elettorale politico mafioso nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Dda di Torino sul condizionamento della ‘ndrangheta nelle elezioni regionali 2018 in Valle d’Aosta. Dopo il colpo di scena di ieri durante il processo sulle infiltrazioni nella Regione al confine tra Italia e Francia e le novità emerse nelle 800 pagine di attività integrative dei carabinieri del Ros, l’agenzia Ansa ha rivelato che l’ex senatore dell’Union Valdotaine e già presidente del consiglio regionale risulta indagato. Ma non solo: nelle scorse settimane hanno ricevuto un avviso di garanzia anche Laurent Viérin, assessore al Turismo e beni culturali ed ex presidente della Regione; l’assessore alle Opere pubbliche Stefano Borrello; il consigliere regionale Luca Bianchi. Questi ultimi tre sono già stati interrogati dagli inquirenti. L’inchiesta è coordinata dal pm Valerio Longi.
Solo a gennaio scorso, sempre nell’ambito della stessa inchiesta, erano già stati eseguiti 17 arresti tra cui quello di un consigliere regionale. I carabinieri del Reparto operativo del Gruppo Aosta, nell’annotazione dell’inchiesta Egomnia e che è stata depistata ieri, riferiscono che il 4 maggio 2018 l’allora “presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta” Laurent Viérin “nonché prefetto in carica, ha incontrato uno degli esponenti di vertice della ‘locale’ di Aosta”, Roberto Di Donato, “presso l’abitazione di Alessandro Giachino” ad Aymavilles. L’incontro a fini elettorali, documentato dagli investigatori con fotografie, è durato un’ora circa.
Gli effetti”, scrivono i militari, “si vedono già il 12 maggio quando presso il bar ‘Nord’, sito nel quartiere Cogne di Aosta, ovvero quello a maggior densità di calabresi, viene organizzato un aperitivo in favore di Laurent Viérin al chiaro scopo elettorale”. Tre giorni dopo si verifica “la mancata presentazione di Giachino e Roberto Alex Di Donato al pranzo con Viérin” che per quanto avvenuto “si lamenta” con un collega di lavoro di Giachino. “Da una telefonata” del 15 maggio tra Alessandro Giachino e Deborah Camaschella, ex sindaco di Valtournenche e candidata alle scorse regionali, secondo gli investigatori, “si ha il riscontro dell’avvenuto accordo tra Laurent Viérin e la locale, cioè la richiesta del politico di voti, per lui e i candidati della sua lista, e la seguente approvazione del sodalizio criminale che ha concordato e approvato i candidati da supportare, stabilendo anche i voti da attribuire”. In dettaglio, “Viérin avrebbe dato il proprio consenso alla dazione di voti in favore della Camaschella e per questo motivo Giachino promette alla donna 30 preferenze”.
Sempre secondo quanto scrivono i carabinieri, il presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta Fosson, sapeva di essere indagato per scambio elettorale politico-mafioso quando, il 6 dicembre scorso, ha approvato – con il resto della giunta – la richiesta di costituzione di parte civile dell’amministrazione regionale nel processo Geenna – contro la ‘ndrangheta in Valle d’Aosta – da cui deriva l’inchiesta Egomnia che lo vede coinvolto. Nell’esercizio delle funzioni prefettizie attribuitegli dalla Statuto speciale, il 21 novembre scorso Fosson aveva fatto sapere, intervenendo durante il Consiglio regionale, di aver trasmesso “da qualche giorno” alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese le due relazioni relative alle verifiche avviate nei comuni di Aosta e Saint-Pierre sull’eventuale sussistenza di forme di infiltrazione o di condizionamento mafioso. Verifiche che erano scattate a seguito dell’arresto di tre eletti nell’ambito dell’operazione Geenna.
Intanto oggi le forze politiche che sostengono l’esecutivo hanno annunciato di volersi prendere 24 ore di tempo per decidere sulle scelte da adottare. E’ quanto emerso al termine di un summit a palazzo regionale, durato oltre un’ora. “A livello giudiziario”, ha detto Patrizia Morelli dell’Alliance valdotaine, “non conosciamo le posizioni personali dei coinvolti e ognuno avrà modo di chiarire. A livello politico utilizzeremo al giornata per un confronto con i movimenti. Saranno valutate tutte le ipotesi e domani mattina avremo una risposta”.