Le polemiche riguardano l'ordinanza della sindaca, che per oggi ha disposto la chiusura delle scuole in vista del maltempo. Di Meglio (Gilda): "Al Nord che si dovrebbe fare? Chiudere per tre mesi l’anno". Associazione nazionale presidi: "Danno di immagine altissimo"
Proteste dei presidi, perché “le scuole di Roma sono state chiuse con un un po’ pioggerella” e del Gilda, il sindacato degli insegnanti, che si dice “incredulo”. Le polemiche sono tutte legate all’ordinanza del sindaco di Roma Virginia Raggi che nella giornata di oggi, in previsione del maltempo, ha disposto la chiusura delle scuole, oltre che di parchi, cimiteri e ville storiche. Di fatto, già questa mattina a causa della pioggia si segnalavano rallentamenti e allagamenti in strada su via della Magliana, altezza via Marchetti. Qualche allagamento anche in zona Verano, piazza Bologna e nel quartiere Fleming. Traffico intenso si registra da via Aurelia a via Flaminia, da via del Muro Torto a via Cristoforo Colombo.
“Non capisco – afferma il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio – che tipo di comunicazione le sia potuta arrivare. Resto incredulo che ad altitudini dove non sono previste né nevicate né gelate si chiudano le scuole. Non sta arrivando un maremoto – ha continuato – allora, al Nord che si dovrebbe fare? Chiudere per tre mesi l’anno, non andare più a scuola. Mi sembrano un po’ esagerati – ribadisce riferendosi anche alla stessa decisione presa a Napoli -. In Italia piuttosto che prendersi delle responsabilità o al rischio di un’indagine della magistratura, si preferisce chiudere. Non so se la colpa è del sindaco o di chi ha emanato un’allerta eccessiva, ma qualcuno ha esagerato. Inoltre – conclude – tra chiusure per maltempo, elezioni, eccetera non si studia più. Poi ci meravigliamo dei dati Ocse-Pisa o che gli studenti delle superiori italiani abbiano il più alto tasso di assenteismo in Europa”.
Per il presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma Mario Rusconi “il danno di immagine alla scuola è altissimo. Al posto di chiudere le scuole dovevano essere mobilitati i municipi con i loro uffici tecnici per verificare lo stato delle scuole a rischio”. Al contrario, continua, “nell’ordinanza c’è scritto che i presidi devono presidiare gli istituti, un’espressione vaga e ambigua che non c’è nel contratto di lavoro dei dirigenti scolastici”. E conclude aggiungendo: “Sono ad un convegno organizzato dal Ministero dell’Istruzione alla Galleria Nazionale di Arte moderno con professori e studenti venuti da tutta Italia, che sono stupefatti della chiusura delle scuole romane”.