“Mi ritiro dalla vita pubblica”. Susanna Tamaro mette in ansia fan e lettori. Durante un incontro con il pubblico per festeggiare i suoi 62 anni prende le distanze da un’esposizione mediatica e comunicativa facendo un passo indietro. “Non ho più energie. Come sapete soffro di una sindrome neurologica, quella di Asperger, che dà tanti vantaggi, come una memoria spaventosa, ma anche tanti svantaggi, soprattutto dopo 50 anni”. Tamaro ha però precisato che non smetterà di scrivere romanzi. Triestina, agiata famiglia alle spalle, parentela prossima con Italo Svevo, un’esperienza di aiuto regia con Salvatore Samperi sia per Ernesto che il folle Liquerizia, una trentina di opere all’attivo dagli anni ottanta tra romanzi veri e propri, saggi e libri per bambini, la Tamaro divenne celebre nel 1994 quando la Baldini&Castoldi fece il colpaccio pubblicando Va dove ti porta il cuore. Più di 16 milioni di copie vendute nel mondo.
Un successo editoriale e di pubblico che ha fatto storia, forse più del caso Elena Ferrante. Romanzo amato e sbertucciato allo stesso tempo (Daniele Luttazzi ne scrisse una parodia intitolata Va dove ti porta il clito che fece finire le due case editrici in tribunale), diventato anche film diretto da Cristina Comencini nel 1996 con una splendida Virna Lisi, Va dove ti porta il cuore è uno di quei romanzi epistolari novecenteschi con un piede nel passato letterario e un altro piede nell’incerto presente dei novanta italiani. Tamaro che in un’intervista recentissima a Il Giornale si è definita “una pensatrice autonoma” aspramente critica da molti critici letterari autorevoli del tempo perché non è mai stata “femminista o di sinistra”, è sempre risultata una meteora difficilmente incasellabile nello schema destra/sinistra italiano e parecchio emarginata dal mainstream letterario (nessun premio e/o riconoscimento ufficiale per lei).
Tanto che se Va dove ti porta il cuore, un libro da 6 milioni di lettori, vedeva la protagonista Olga attraversare seconda guerra mondiale, boom economico e ’68 con una ritrosia tutta sbilanciata sul tema di un’affettività difficile e incompresa è con Anima Mundi nel ’97 che la Tamaro finisce impallinata in odor di “fascismo” perché il suo protagonista legge Evola e cita foibe titine e gulag. L’ultimo suo libro Alzare lo sguardo (edito d Solferino) è una lettera ad un’insegnante riguardo il gramo presente in cui viviamo. Tamaro convive da 30 anni in una villa nei pressi di Orvieto con la scrittrice Roberta De Falco, in realtà Mazzoni. Le due donne si conobbero quando ancora la Tamaro non aveva scalato le vendite con Va dove ti porta il cuore.