“A Milano un giornalista mi ha chiesto che cosa pensassi di questo nuovo sito… Tik Tok, Tik Tak, Tip Tup. Noi invece avevamo il vecchio sito ‘Tuppe tuppe, marescià’“. Così con una battuta il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel suo consueto appuntamento settimanale su Lira Tv, conclude una lunga invettiva contro la comunicazione dei politici sui social, menzionando il titolo di una celebre canzone partenopea degli anni ’50.

Nel condannare “la palude burocratica” in cui è impantanata da troppi anni l’Italia, e l’aborto di ogni “slancio vitale” dei giovani e di chi ha propositi costruttivi, il politico dem pronuncia un duro atto d’accusa contro l’uso improprio dei social network: “C’è un clima generale di tensione e di aggressività, soprattutto nel linguaggio. Ormai la vita pubblica del nostro Paese non è fatta di dibattito sui problemi concreti, ma di tweet, di propaganda, di sondaggi falsi, di notizie fake messe sulla rete da centinaia di persone che lavorano in maniera scientifica a questo. Il meccanismo per conquistare il consenso oggi non è cambiare la realtà e mostrare ai cittadini i cambiamenti tangibili, ma inondare di notizie false. Il cambiamento è tutto virtuale”.

E cita le Sardine: “Grazie a Dio, pare che questo meccanismo di tensione, di propaganda, di aggressività, di falsificazione cominci a stancare i cittadini. Io poi sono tra quelli che si domandano quando lavorano questi leader nazionali. Ma questi che inondano la rete di 20-30 tweet al giorno dove trovano il tempo per lavorare? È gente che dalla mattina alla sera produce tweet sulle scemenze. E nel frattempo c’è una intera generazione che guarda al futuro con preoccupazione e non sa se potrà continuare a vivere in Italia o dovrà andarsene all’estero per avere un lavoro e farsi una famiglia”.

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