Una truffa ai danni della Rai e del presidente del Consiglio di amministrazione, Marcello Foa. È questa la ricostruzione fornita dall’Adnkronos riguardo a una mail ricevuta dal giornalista prima dell’estate a nome di un finto Giovanni Tria, allora ministro dell’Economia del governo gialloverde. Nel messaggio recapitato all’indirizzo di posta elettronica di Foa, il falso titolare del dicastero chiedeva fondi per sviluppare un progetto all’estero, lasciando anche gli estremi di un conto corrente sul quale sarebbero dovuti finire i soldi.
Foa ha così messo al corrente della vicenda l’amministratore delegato Fabrizio Salini che ha fatto svolgere dei controlli. È solo a quel punto che si è deciso di non procedere con il pagamento e di segnalare la vicenda alle forze dell’ordine, con Foa che sarebbe già stato sentito dagli inquirenti. Una versione, però, che necessita di conferme, viste le parole del segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi (Italia Viva), dopo la rivelazione dell’Adnkronos: “Da quello che leggo e da quello che ho saputo ora da alcune telefonate – ha spiegato -, la situazione mi pare assai più grave. Il presidente della Rai Marcello Foa, una volta ricevuta l’e-mail, si è spinto molto avanti, proponendo all’ad Salini di siglare il contratto proposto dal finto Tria e sborsare del denaro”. Non una semplice verifica quindi, dice Anzaldi, ma un tentativo di Foa di portare avanti la questione.
“La cosa appare gravissima dal punto di vista sia amministrativo che legale perché – continua Anzaldi – non è chiaro per quale ragione un presidente del consiglio di amministrazione della Rai abbia intrattenuto rapporti di questo tipo con il governo, per quale ragione un contratto del genere venga preso in esame da un presidente della Rai senza fare un bando. Che una cosa del genere sia stata proposta poi all’ad Rai senza prima fare una semplice telefonata al ministero dell’Economia o un’istruttoria, che avrebbe fatto un’azienda anche di piccole dimensioni, è davvero grave”.
Anche Vittorio Di Trapani, segretario dell’Usigrai, ha dichiarato che “ci sarebbe da ridere, se la cosa non fosse inquietante. Se confermata, la notizia sulla tentata truffa ai danni della Rai apre scenari sui quali bisogna fare chiarezza con urgenza e massima trasparenza. Cosa c’era scritto nella mail ricevuta dal Presidente della Rai Marcello Foa da parte del finto ministro Tria? E perché Foa avrebbe abboccato? Tutti noi riceviamo decine di mail truffa. Alla guida della Rai c’è una persona talmente sprovveduta da cascarci così, mettendo a rischio l’azienda di Servizio Pubblico? O nella mail c’è scritto qualcosa che ha fatto ipotizzare a Foa che fosse vera? E, nel caso, che cosa? Serve chiarezza perché in ballo c’è l’azienda di Servizio Pubblico, che ha un ruolo strategico dal punto di vista della sicurezza e la credibilità di chi siede sulla poltrona di Presidente”.
Una vicenda, quella di Foa, che si ricollega ad altri due episodi: quello che ha coinvolto il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, e, secondo quanto rivelato da Repubblica, altri vertici aziendali, anch’essi oggetto di attacchi informatici prontamente denunciati alle autorità competenti. Non è chiaro se gli episodi siano collegati.