Giovanni Battista Nunziante, secondo l'ultima ricostruzione degli inquirenti, infastidito dal rumore ha imbracciato la sua carabina Diana ad aria compressa calibro 4,5 mm, legalmente detenuta, si è affacciato dalla finestra intorno a mezzanotte e ha sparato vari colpi, fra cui uno andato a segno
Uno dei “top legal” italiani trasformatosi a 88 anni in un cecchino in grado di ferire alla spalla, a colpi di fucile, un dj troppo rumoroso che in quel momento stava animando una festa nell’edificio di fronte al suo studio. È quello che raccontano gli sviluppi delle indagini di un fatto di cronaca avvenuto a Roma nella notte fra il 17 e il 18 luglio 2018, durante una festa privata organizzata in uno spazio Coldiretti a via di San Teodoro, a un passo dal Campidoglio e dai Fori Imperiali. Ad aver sparato, secondo il sostituto procuratore di Roma, Antonio Clemente, è stato l’avvocato Giovanni Battista Nunziante, classe 1930, salernitano, fondatore del celebre studio Ughi-Nunziante, con più di 90 avvocati, che ha assistito nei decenni molte fra le principali aziende italiane ed estere e seguito diverse partite economiche determinanti nella storia del Paese, fra cui assistere Saipem nell’acquisizione di Snamprogetti da Eni.
Secondo la ricostruzione della Procura, contenuta nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari recapitata allo stesso Nunziante, la sera del 17 luglio l’anziano, che si trovava nel suo studio di via del Velabro 4, evidentemente infastidito dal rumore che proveniva dall’area del Mercato Coldiretti – adibita in estate a feste private – ha imbracciato la sua carabina Diana ad aria compressa, calibro 4,5 mm, legalmente detenuta, si è affacciato dalla finestra intorno alla mezzanotte e ha sparato vari colpi, fra cui uno, andato a segno, che ha colpito alla spalla destra il dj francese Francois Cunin, oggi 42enne. Il ferito se l’è cavata con una prognosi di 40 giorni, seguiti all’intervento resosi necessario per estrarre il pallino dalla spalla.
Nunziante era stato inizialmente denunciato dai Carabinieri di Roma per omessa custodia dell’arma. Secondo quanto riportato dagli inquirenti, l’uomo avrebbe inizialmente denunciato un’effrazione con furto momentaneo della carabina, dotata di ottica da mira di precisione. Il legale, in casa, oltre alla carabina teneva anche dieci fucili da caccia. Le indagini, tuttavia, hanno stabilito – al momento – una versione diversa dei fatti, dato che all’89enne avvocato viene oggi contestato il reato di lesioni aggravate. Ilfattoquotidiano.it ha provato a contattare in più occasioni lo studio dell’avvocato Carlo Zaccagnini, difensore di Nunziante, per ottenere una dichiarazione, senza tuttavia ottenere risposta.