Politica

Di Maio presenta la riorganizzazione del M5s: sei facilitatori affiancati da 12 team tematici. “Servirà per riscrivere accordo governo”

Il capo politico dei 5 stelle ha svelato il gruppo che farà parte del cosiddetto "team del futuro". Si tratta di un passaggio molto atteso per il Movimento che da mesi attende un rinnovamento della struttura per dare risposte a chi critica l'eccessivo verticismo: "In questi anni mi sono sentito molto solo e Beppe Grillo ancora di più", ha detto il leader. L'obiettivo è riuscire a garantire un migliore coordinamento con i territori finora troppe volte abbandonati

La tanto attesa, e più volte rinviata, riorganizzazione del Movimento 5 stelle è arrivata alla fine della prima fase: Luigi Di Maio ha presentato, in diretta dal Tempio di Adriano a Roma, la squadra di facilitatori che lo affiancherà da oggi in poi nella gestione del M5s. Il capo politico, come richiesto da mesi dalle varie anime del Movimento, inizia così a delegare un po’ delle sue responsabilità e fa rinascere una struttura che sotto molti punti di vista ricorda l’esperienza archiviata del direttorio. In totale sono sei le persone di riferimento scelte da Di Maio e ratificate dalla piattaforma Rousseau che d’ora in poi costituiranno una sorta di segreteria: Enrica Sabatini, Paola Taverna, Barbara Floridia, Ignazio Corrao, Danilo Toninelli, Emilio Carelli. Al loro fianco anche dodici squadra tematiche, con altrettanti dodici referenti. Il ruolo del “team del futuro”, questo il nome scelto da Di Maio, si preannuncia fondamentale anche nella gestione delle dinamiche dentro l’esecutivo giallorosso: “A gennaio, quando dovremo mettere mano a un nuovo accordo di governo, il ruolo di questo team sarà fondamentale”, ha specificato Di Maio. Per il capo politico dei 5 stelle è un momento delicato: nei mesi scorsi e alla luce delle difficoltà elettorali, è stato molto contestato dai gruppi e proprio la decisione di “condividere” le scelte è una delle strategie obbligate per rilanciare il Movimento. “In questi anni mi sono sentito molto solo“, ha detto Di Maio. “E credo Beppe Grillo ancora di più. Ricordiamoci che la migliore idea è la più partecipata”, è stata la sua confessione. Solo venerdì sera il premier Giuseppe Conte, intervistato da Andrea Scanzi e Luca Sommi ad Accordi&Disaccordi su la Nove, aveva detto di aver suggerito a Di Maio di “riorganizzare il Movimento” e garantire “più partecipazione”.

In platea ad ascoltare la presentazione, trasmessa in diretta streaming, il figlio del cofondatore del Movimento Davide Casaleggio e parte dei parlamentari. Assente Beppe Grillo. Davanti ai suoi riuniti per l’occasione, Di Maio ha elencato le prossime tappe del percorso di riorganizzazione che dovranno portare agli stati generali e poi a “progettare i prossimi 20 anni dell’Italia”. Di Maio, con la nuova squadra che lo affiancherà, non ha escluso di scrivere addirittura una “nuova carta dei valori” che metta insieme i nuovi temi del Movimento. Per i 5 stelle è un momento molto sofferto e la riorganizzazione va a toccare alcuni pilastri che fino a questo momento e arriva dopo mesi di dibattiti interni su come riuscire a strutturare il movimento senza trasformarlo in un vero e proprio partito. “Il processo è partito quasi un anno fa”, ha esordito il ministro degli Esteri, “e non è stato semplice. L’anno che sta per concludersi è quello in cui il Movimento ha raggiunto i dieci anni. Siamo l’unica forza politica che fa decidere direttamente agli iscritti, anche se formare il governo. Gli unici a concepire un programma partecipato, per farlo diventare un programma di governo”. Quindi Di Maio ha lanciato la seconda fase della riorganizzazione: “A volte una cosa buona deve finire affinché ne nasca un migliore. Oggi con la nascita del Team del Futuro permettiamo al Movimento di pensare ai prossimi dieci anni. Non è la panacea di tutti i mali, non risolve tutti i problemi. E’ fatto di facilitatori, non di decisori”. L’idea che sta alla base della riorganizzazione è il fatto che serva un maggiore coordinamento con gli esponenti sui territori per garantire un maggiore coinvolgimento. “Da quando siamo al governo ci sono tanti nostri eletti che dicono ‘abbiamo un tema, sviluppiamolo insieme’. Vogliamo poter mettere insieme persone, coinvolgerle per tradurre in idee concrete le tante proposte che ci sono sui territori. Ogni cosa che pensiamo si deve tradurre in una iniziativa sul territorio per aggregare persone. Il nostro fine è produrre l’idea migliore per risolvere i problemi degli italiani”.

I primi a presentarsi sono stati i facilitatori organizzativi, il gruppo presentato e scelto da Luigi Di Maio e poi ratificato dagli iscritti. Ad aprire le presentazioni è stata Enrica Sabatini che si occuperò di Coordinamento e Affari interni: è già socia dell’associazione Rousseau e una delle fedelissime di Davide Casaleggio. “Dovrò rendere i vari gruppi una orchestra che suona in armonia”, ha detto, “e lavorare affinché tutti i livelli istituzionali possano parlare tra di loro. Sarà un lavoro molto impegnativo. La nuova organizzazione non è gerarchia, non è vertice ma distribuzione”. Poi è intervenuto Danilo Toninelli, ex ministro dei Trasporti e senatore, assegnato alla gestione delle campagne elettorali: “Quello che ci differenzia dagli altri partiti sono i soldi. Al centro delle campagne elettorali dei vecchi partiti ci sono i soldi. Nel M5s i soldi non ci sono, i finanziamenti pubblici non ci sono, ma ci sono micro-donazioni. Noi non abbiamo bisogno di soldi ma di far capire alla gente chi siamo. Ai soldi sostituiamo i valori, il capitale umano”. Quindi è stato il turno di Emilio Carelli, deputato ed ex direttore di SkyTg24, si occuperà di un tasto troppe volte dolente per i 5 stelle: la comunicazione: “Il primo step”, ha annunciato, “sarà creare un piano di comunicazione che faccia una analisi anche critica di quanto fatto negli ultimi 2 anni. Elaboreremo linee guida che comprenderanno i temi ma anche i toni e le strategie, come rispondere agli attacchi degli avversari politici. Non escludo di fare dei corsi di public speaking”. All’attivismo locale, non è un caso, è stata destinata Paola Taverna: vicepresidente del Senato, è tra le figure presenti fin dalle origini del Movimento: “Dobbiamo”, è stato il suo messaggio, “ripartire dell’ascolto colmando quella distanza che si è venuta a creare con quella parte fondamentale del M5s, che è quella che sta nelle piazze e ai banchetti”. Alla formazione e al personale è stato scelto un volto al primo mandato: la senatrice Barbara Floridia. Infine si è presentato il responsabile del “supporto agli Enti locali amministrati dal Movimento”, compito che nel vecchio direttorio era gestito da Luigi Di Maio e che d’ora in poi sarà affidato a Ignazio Corrao.

I capi delle dodici aree tematiche sono invece: il deputato Luca Carabetta (Innovazione), il deputato Luca Frusone (Sicurezza e Difesa), la consigliera regionale della Campania Valeria Ciarambino (Sanità), la deputata Iolanda Di Stasio (Esteri e Unione Europea), la deputata Valentina D’Orso (Giustizia e Affari istituzionali), il senatore ed ex sottosegretario Andrea Cioffi (Trasporti e Infrastrutture), la deputata Maria Pallini (Lavoro e Famiglia), il senatore Vincenzo Presutto (Economia), il consigliere regionale della Campania Gennaro Saiello (Imprese), il deputato Luciano Cadeddu (Agricoltura e Pesca), l’eurodeputato Dino Giarrusso (Istruzione, Ricerca e Cultura), il deputato Giampiero Trizzino (Ambiente).

Al termine dell’incontro Di Maio ha ripreso la parola e ha ribadito l’importanza d’ora in poi di riuscire a condividere le scelte. “Questa è una squadra di persone che dovrà facilitare i processi”, ha detto, “non renderli più difficili. Fare in modo che tutte le cose complicate si possano risolvere. E’ una sfida enorme, essere efficaci al governo e allo stesso tempo coinvolgere le persone sui territori. Noi abbiamo l’obiettivo di fare in modo che tutto quello che stiamo progettando preveda il pieno coinvolgimento dei cittadini sui territori”.