Tra tutte le domande, è la più difficile: quella che per prima diventa fissazione dei bambini. Forse perché “c’è un perché nascosto in tutte le cose che conduce ad un altro perché”, diceva Dacia Maraini. E allora, nell’era della tracciabilità tecnologica pure dei nostri dubbi, è Google il rivelatore del nostro inconscio, del nostro scetticismo e stupore davanti agli eventi del mondo. Come ogni fine anno, quelli di Mountain View si sono divertiti a pubblicare la classifica delle ricerche che abbiamo fatto dai nostri computer e cellulare. La più divertente è sempre quella là, quella con i “10 perché più cercati” in Italia nel 2019. Eccoli qua, con un tentativo di spiegazione (non garantita per tutti).
10) Perché il Mose non funziona È la domanda che non volevamo farci, e che assieme all’acqua alta ha invaso le case dei veneti, primi nelle ricerche di questo tipo nella seconda settimana di novembre. Semplificando, il Mose non funziona perché è un’opera ancora incompleta. Acronimo che sta per Modulo Sperimentale Elettromeccanico, è stato ideato 40 anni fa, come un sistema di dighe mobili: 78 paratie lunghe fino a 29 metri che devono sollevarsi quando la marea raggiunge i 110 centimetri, e proteggere così Venezia dall’acqua alta. Doveva costare 2 miliardi, ne è già costati 5,5. Doveva essere concluso per il 2018, non è ancora stato inaugurato. Nel 2019 era in fase di test. “Erano previsti solo dei test di sollevamento che stiamo svolgendo e lo avevamo scritto al ministero delle Infrastrutture“, ha spiegato il commissario tecnico Francesco Ossola al Corriere della Sera, dopo l’invasione d’acqua di Venezia. “E comunque non siamo certo noi commissari a poter decidere se alzarlo, serve una cabina di regia istituzionale”. La risposta, sintetizzando, è che siamo in ritardo.
9) Perché si festeggia Ferragosto. È il perché che ci chiediamo qualche giorno prima del 15 di agosto. A chiederselo di più sono, chissà perché, quelli della Val D’Aosta, cui viene in aiuto Focus e Wikipedia (primi nei risultati). Per la festa dobbiamo ringraziare l’imperatore Augusto che nel 18 avanti Cristo decise di istituire un giorno di riposo: le Feriae Augusti, il riposo di agosto dopo le fatiche dei lavori agricoli.
8) Perché Hitler odiava gli ebrei. Forse uno dei perché di più difficile risposta, che tocca ogni anno il suo apice poco prima e poco dopo il 27 gennaio, Giornata internazionale di ricordo della Shoah. Adolf Hitler, nella sua follia, considerava gli ebrei come “l’incarnazione del male”, come una ”razza pericolosa” per la prosperità di quella ariana, come la “razza che ha crocifisso Gesù”, e che “manovrava” il mondo.
7) Perché la mimosa è diventata un simbolo. Domanda che arriva puntuale ogni 8 marzo, e con una risposta bellissima. Il simbolo è solo italiano: una volta finita la seconda guerra mondiale, e dopo che la Festa della donna poteva tornare a essere celebrata vista la caduta del regime fascista, il Parlamento volle associare alla giornata un fiore. Il Partito comunista propose la violetta, simbolo della sinistra europea. Ma le donne di sinistra si opposero, visto che si trattava di un fiore costoso. Teresa Mattei, ex partigiana e neoparlamentare, si ingegnò per trovare un fiore che fiorisse d’inverno, economico e facile da trovare nei campi: la mimosa. “Era il fiore che i partigiani regalavano alle staffette”, spiegò anni dopo. “Mi ricordava la lotta sulle montagne e poteva essere raccolto a mazzi e gratuitamente”.
6) Perché la guerra in Siria. Domanda difficile, difficilissima, cui cerchiamo di rispondere dallo scorso ottobre, mese in cui il presidente della Turchia Recep Erdogan ha annunciato l’inizio dell’offensiva turca contro i curdi, popolo senza terra che è stato tradito da Trump. Un bello spiegone, però, lo trovate qua.
5) Non siamo più tornati sulla Luna. Giusto chiederselo nel 2019, a 50 anni dall’allunaggio. L’ultima volta ci siamo stati nel 1972, missione Apollo 17, ci giocammo persino a golf. Ma visto che gli Usa e l’occidente aveva ormai vinto la sua guerra tecnologica contro l’Unione Sovietica, e visto che per vincerla aveva investito miliardi di dollari, e visto che non ci vedeva più vantaggi o a continuare, iniziò a ridurre il budget per quelle passeggiate. I più nostalgici però possono sperare: Donald Trump ha stanziato 1,6 miliardi di dollari in più per finanziare la missione Artemis, che dovrebbe farci tornare sul satellite nel 2024.
4) Perché la Turchia attacca i curdi. Vedi sopra.
3) Perché si chiamano sardine. Per due motivi. Primo: perché si riuniscono nelle piazze italiane, e stanno stretti stretti come le sardine in un boccaccio. Secondo: perché come i pesci loro stanno in “silenzio”, da contrapporre agli “urlatori” populisti. Il nome l’hanno scelto quattro ragazzi di Bologna, che hanno convocato migliaia di persone in piazza Maggiore a Bologna, il 15 novembre, per manifestare contro Matteo Salvini.
2) Perché è stata rinviata Lazio-Udinese. È il perché sportivo dell’anno e riguarda un caso curioso. La partita, girone di ritorno del campionato di serie A 2018-19, si doveva tenere domenica 24 febbraio, ma è stata rinviato perché all’Olimpico quel giorno era previsto un incontro del 6 nazioni di Rugby. Successivamente è saltato anche il recupero in settimana, poiché la Lazio aveva in quei giorni un delicato match di Coppa Italia contro il Milan. La partita si è tenuta due mesi dopo, il 17 aprile. Per la cronaca, ha vinto la Lazio 2 a 0.
1) Perché è caduto il governo. È il perché dell’anno. È un perché agostano, fatto di Mojito e Papeete, di balletti e sondaggi, di presunzioni e scommesse. La risposta al perché, come spiega il politologo Roberto D’Alimonte sul Sole24Ore nell’articolo che appare per primo nei risultati di Google, è che forse “Matteo Salvini ha deciso di rischiare il tutto per tutto. Alla fine ha ceduto alle pressioni della Lega Nord, la vera Lega, che da mesi premeva per la rottura con il Movimento Cinque Stelle e a favore delle elezioni anticipate. Perché lo abbia fatto ora a ridosso di Ferragosto non è dato sapere con certezza”. E questo è un altro perché irrisolto.