Il mancato accordo della Cop25 di Madrid come paradigma “di quanta strada debba percorrere la consapevolezza della necessità di salvare il pianeta”. Eppure la “centralità” della transizione ecologica “equilibrata e sostenibile” è un “dato ineluttabile delle relazioni internazionali”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sottolinea come il tema della difesa ambientale e dei cambiamenti climatici sia tra le priorità di cui devono occuparsi gli Stati “sulla spinta di un movimento giovanile” definito “vivace” ed “esteso”. “Una presa di coscienza – ha detto il Capo dello Stato – che deve tradursi in una convinta e piena operatività”.
“L’Unione europea faccia un salto di qualità che la conferenza del futuro dell’Europa dovrà favorire, complementare con l’Alleanza Atlantica che da 70 anni rimane garanzia di pace e libertà e vorremmo sempre essere strumento di solidarietà”, ha aggiunto Mattarella. Che, parlando della Ue, ha sottolineato come “la proposta di una Conferenza sul futuro dell’Europa rappresenta un passo nella giusta direzione” perché “è importante che le istituzioni europee si interroghino con tenacia – a fronte dei passi avanti necessari sulla strada della integrazione – sulla opportunità di un cantiere che rafforzi la loro legittimazione democratica”.
Un processo nel quale devono essere coinvolti, ad avviso del Capo dello Stato, cittadini, corpi intermedi e Parlamenti nazionali. E reso ancora più urgente “ora che la decisione sovrana britannica rende Londra più lontana dall’Europa”. Mattaerlla ha poi citato Alcide De Gasperi per esplicitare il suo pensiero: “Nel 1948, Alcide De Gasperi ammoniva che ‘contro la marcia delle forze istintive e irrazionali’ l’unico antidoto è costruire una ‘solidarietà della ragione e del sentimento, della libertà e della giustizia, e infondere all’Europa unita quello spirito eroico di libertà e sacrificio che ha portato sempre la decisione nelle grandi ore della storia’”.
In questo momento, ha continuato il presidente della Repubblica, “conflitti e tensioni alimentano una crescente instabilità minando la capacità di cooperazione” e “l’ordine internazionale segna il passo con l’affacciarsi di una tendenza alla inversione della gerarchia tra valori universali e pretesi interessi nazionali”. Per Mattarella quindi “il risultato, paradossale, è quello dell’affievolimento di una “governance” mondiale, malgrado ci si trovi a fronte di un processo di globalizzazione sempre più intenso, con i suoi effetti, profondi ed evidenti, di natura non soltanto economica ma anche sociale e culturale”. In sostanza, ha argomentato il capo dello Stato, “la difficoltà di gestione di questa fase di accentuata interdipendenza anziché indurre, come dovrebbe, a una seria riflessione su come affrontarla insieme, provoca fenomeni di “rigetto”, prese di distanza e illusoria fiducia nella possibilità di rifugiarsi nella protezione solitaria delle proprie comunità; tutto questo in presenza di fenomeni di dimensione planetaria”.