I conservatori di Boris Johnson hanno vinto le elezioni e si preparano a tradurre in pratica il loro slogan: “Get Brexit done“. Venerdì 20 il governo presenta formalmente il Withdrawal Agreement Bill (Wab), la legge di recesso dall’Unione europea, che il leader Tory ha promesso sarà approvata dal Parlamento entro il 31 gennaio 2020. E oggi una clausola stabilisce nero su bianco che il periodo di transizione concordato da Ue e governo britannico fino al 31 dicembre 2020, non potrà essere prolungato oltre. La conferma arriva direttamente da Downing Street dopo le indiscrezioni pubblicate dai media.
Se quindi la clausola sarà approvata dal Parlamento – elemento ora scontato vista la maggioranza di 80 seggi conquistata dal premier la scorsa settimana – allora Londra rinuncerà fin d’ora a ogni proroga. Un allungamento del periodo di transizione che in teoria Bruxelles aveva concesso e che si traduceva col mantenimento dello status quo fino a ulteriori due anni in caso di successiva intesa fra le parti. La scelta del governo, se da un lato mostra la volontà di mantenere la promessa fatta agli elettori di portare a termine la Brexit senza altri rinvii, dall’altro impone ora che un accordo sulle relazioni future – di libero scambio in primo luogo – con i 27 sia raggiunto entro il 31 dicembre 2020: pena il rischio teorico di un riemergere dell’ipotesi di divorzio no deal a scoppio ritardato.
La clausola è stata bollata come un “irresponsabile e sconsiderato” gioco d’azzardo con “i posti di lavoro e l’economia” del Regno dal ministro ombra laburista della Brexit, Keir Starmer, nel giorno di apertura formale – oggi – della nuova Camera dei Comuni dopo il voto elettorale. Mentre Michael Gove, ministro di punta del governo Johnson, ha replicato che non ci sono rischi reali di un no deal di ritorno poiché sia l’Ue sia il governo britannico “si sono impegnati ad assicurare di raggiungere un accordo” anche sulle relazioni future entro il 2020.
Dopo l’approvazione del Wab, secondo la cronologia prevista, inizierà la fase di transizione, nella quale verranno mantenuti gli attuali assetti nel rapporto Regno Unito-Unione europea, per consentire la messa a punto di un nuovo trattato commerciale che definisca gli assetti futuri di questo rapporto. In mancanza di un accordo, le relazioni commerciali tra Londra e Bruxelles verrebbero regolate dalle norme del Wto.