“Serve un piano antievasione. Sappiate, io lo dico a tutti, se non piace il piano antievasione cercate di mandarmi a casa“. Il presidente del consiglio ha scelto i microfoni di Dimartedì a La7 per lanciare un messaggio alla sua maggioranza: il governo deve tirare diritto sulle misure per colpire i grandi evasori. ” Io lotterò fino all’ultimo giorno”, ha detto Giuseppe Conte a Dimartedì. Spiegando che l’esecutivo intende “far trovare nei conti correnti fino a 2mila base come superbonus per i pagamenti digitali. Offriremo un ampio ventaglio di pagamenti digitalizzati“. Il capo del governo ha assicurato che non verranno introdotte “nuove tasse. Se in 100 giorni abbiamo 23 miliardi, in un anno intero quanto troveremo? Anche perché abbiamo messo in piedi una lotta all’evasione che porterà molto: il tesoretto italiano sono 100 miliardi, senza andare ad aggravare cittadini onesti. E da questo gruzzolo potremo destinare una parte per tagliare del 20, 30 fino al 50% le tasse. Non so se li recupereremo tutti ma questo è l’obiettivo”. Parte dei soldi arriverebbe dal risparmio sugli interessi del debito pubblico: “Semplicemente dallo spread che si è abbassato ricaviamo 7 miliardi per l’anno prossimo. Non erano le mie le dichiarazioni che hanno fatto salire lo spread ma di chi giocava dentro e fuori dall’euro”.
“Ora riformare giustizia e burocrazia” – Solo ieri erano stati diffusi i dati del sondaggio realizzato da Ipsos per la Presidenza del consiglio dei ministri: tra le altre cose, il 68% degli intervistati ritiene giusto che lo Stato combatta questi fenomeni e il 64% condivide l’idea di aumentare le pene per gli evasori. Evasione a parte, Conte mette nell’agenda del governo tra le misure “prioritarie l’accelerazione della riforma della Giustizia e della burocrazia, perchè siamo sommersi dalla burocrazia”. Ma non solo. Perché in agenda il premier intende mettere anche un taglio della spesa: “Noi ci siamo mossi in 100 giorni, e in 100 giorni non si può fare una seria spending review. Io non farò mai tagli lineari, ma al confronto che si aprirà a gennaio, tra i progetti e le priorità di interventi, ci sarà la spending review”.
“Consenso Salvini scema” – Sempre il sondaggio di Ipsos quantificava in 49 punti il gradimento per il premier con Matteo Salvini insegue a 13 punti di distanza. “Il consenso di Salvini? Beh sta un pò scemando. Da cosa lo vedo? Dai sondaggi. Lo dico in generale, quando c’è una macchina comunicativa molto aggressiva, che spinge sulle paure, è un vento che si gonfia e si gonfia ma è una parabola storica che poi si sgonfia”, ha detto Conte intervistato da Giovanni Floris, specificando che quello di Salvini e Giorgia Meloni “è un linguaggio che non mi appartiene. Io mi batterò per un linguaggio garbato, non possiamo chiedere rispetto a cittadini se non diamo rispetto con le parole”.
“Renzi vede bicchiere mezzo pieno? Lo vedrà traboccante” – D’altra parte il premier è tornato a spiegare di sentirsi “più confortevole con questo esecutivo, senza scontentare nessuno. Abbiamo un programma di governo, un progetto riformatore molto rigoroso e ben articolato del quale sono fortemente convinto”. “Ma il cuore di Giuseppe Conte batte a sinistra?”, ha chiesto Floris. “È vero, mi sono formato nel cattolicesimo democratico”, ha confermato il premier. Tornando sul discorso di questa estate in Senato Conte ha specificato di non aver “mai insultato Salvini”, mentre alle Europee “ho votato Movimento cinque stelle“. Alle regionali in Emilia Romagna, invece, il premier si è limitato a dire che “sicuramente non voterei centrodestra“. Proprio oggi Conte ha incontrato Beppe Grillo, grande sponsor dell’esecutivo col Pd:” Con Grillo – ha detto – ci ho parlato qualche volta e l’ho visto molto consapevole – e su questo c’è molta sintonia – che questa è un’occasione storica per rendere l’Italia più verde e più digitale, per migliorare questo Paese”. L’altro leader che in estate era stato fondamentale per la nascita del Conte 2, cioè Matteo Renzi, ieri ha detto di vedere il bicchiere dell’esecutivo “più che mezzo pieno”. “Mi hanno riferito che Renzi abbia parlato di bicchiere mezzo pieno, lo vedrà traboccante. Servirà una brocca”, ha scherzato il capo del governo. Che poi ha commentato la vicenda della Popolare di Bari: “”Il nostro progetto non è nazionalizzare banche o imprese. Qui il discorso è diverso. Dobbiamo fare di necessità virtù. 2.700 dipendenti, 600 mila clienti? Cosa facciamo? Li mandiamo a carte e 48? No il governo con intelligenza interviene, e sulle responsabilità del management che ha sbagliato saremo inflessibili”.
“Parlamentari passati all’opposizione? Assurdo” – Il premier ha parlato a 24 ore dal via libera del Senato alla manovra economica, e poco dopo l’approvazione definitiva al decreto fiscale: due voti arrivati con la fiducia. “Noi abbiamo una responsabilità nei confronti del Paese, lavoriamo intensamente per offrire delle risposte. Abbiamo chiesto la fiducia su 29 punti programmatici ed è chiaro che non possiamo fare tutto insieme, a gennaio ci vedremo”, ha continuato rispondendo ad una domanda sulla durata del governo. “È stato un anno impegnativo, ma io credo in questo governo con determinazione e con cuore, non è una prospettiva fideistica. È ovvio che se ogni mattina mi soffermassi a leggere i giornali vedo ricostruzioni molto gridate anche all’interno della maggioranza. Ma la prospettiva di lavoro è diversa, quando lavoriamo lo facciamo su problemi concreti”. Sulla riforma del fondo salva stati, per esempio “c’è stato un dibattito serio e costruttivo delle forze di maggioranza, che ringrazio”. Il Mes “lo stiamo migliorando, a conferma che non era concluso nulla e io non ho sottoscritto nulla”. Secondo il premier la legislatura arriverà al 2023? “Io confido di sì, confido che nessuno voglia interrompere questa opportunità. Alcuni parlamentari sono passati all’opposizione? Mi sembra assurdo, se vuoi cambiare le cose fallo qui, con noi”.