Prima l’incontro con i vertici del Governo di Accordo Nazionale guidato da Fayez al-Sarraj, a Tripoli, e poi la tappa a Bengasi, dove ha avuto un faccia a faccia con il generale Khalifa Haftar. Due appuntamenti in Libia che al suo ritorno in Italia, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha definito “proficui e importanti” annunciando che con al-Sarraj “ci sentiremo o stasera o domattina per aggiornarci sull’esito di tutta la missione”, mentre con Haftar “ci vedremo nelle prossime settimane a Roma, come ci siamo detti”.

Annunciando che l’Italia istituirà un “inviato speciale per la Libia” che risponderà “direttamente alla Farnesina” per poter avere un rapporto “di alto livello politico continuo, intenso, con tutte le parti libiche”, Di Maio ha insistito sulla necessità di una “soluzione diplomatica” alla crisi libica: “Siamo pronti a lavorare il più possibile per la conferenza di Berlino” in programma a fine gennaio ma “anche direttamente come Italia per una soluzione diplomatica: non esiste una soluzione militare”.

La volontà del ministro degli Esteri è quella di far “riprendere” all’Italia il ruolo “naturale di principale interlocutore” perché “l’Italia ha perso terreno in Libia, non possiamo negarlo”. La strada di Di Maio è quella di “lavorare a una seconda missione in Libia, magari a guida europea”, con la presenza del nuovo Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, aggiungendo di voler sentire per questo gli altri ministri europei. “È importante far sentire la presenza europea in Libia”, ha spiegato sottolineando che “quella di oggi è una giornata che agli italiani deve interessare tanto, perché la Libia è a poche centinaia di chilometri dai nostri confini”, perché “c’è un rischio terrorismo e una crisi umanitaria che può aggravarsi ulteriormente”.

Proprio da questo punto di vista, anche oggi, le ostilità tra le fazioni in campo continuano: colpi di artiglieria sono stati sparati contro postazioni delle forze del generale Haftar a sud di Tripoli, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa turca Anadolu. Lunedì, sette città, tra cui Misurata, Zintan e Khoms, hanno dichiarato lo stato di allerta massima per difendere Tripoli, dopo che giovedì Haftar ha annunciato l’inizio della battaglia decisiva per conquistare la capitale libica.

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