Ho seguito con interesse la manifestazione di Piazza San Giovanni, nella quale si sono radunate 35.000 persone al grido di “Roma non si Lega”. Durante questo evento, sono state poste “ai politici” sei questioni.

Io sono un prof universitario prestato alla politica. Quando in una piazza così affollata dei cittadini presentano delle domande, è giusto che chi rappresenta pro tempore le istituzioni a qualsiasi livello si impegni a rispondere. Riordino le richieste partendo da quella con cui sono maggiormente d’accordo fino a quella in cui vedo le maggiori criticità.

1) Pretendiamo che il mondo dell’informazione traduca lo sforzo che facciamo “in messaggi fedeli ai fatti”

2) Pretendiamo trasparenza nell’uso che la politica fa dei social network, sia economica che comunicativa
Talmente d’accordo che non commento neppure. Tra l’altro, avendo un blog che si occupa di demistificazione delle bufale, come potrei non condividere?

3) Pretendiamo che la violenza venga esclusa dai toni e dai contenuti della politica in ogni sua forma
Personalmente dubito che possiate trovare qualcosa scritto da me che possa essere definito “violenza verbale”. Anche perché, l’ironia e il sorriso sono armi molto più potenti ed efficaci. Tuttavia, a volte per farsi ascoltare servono anche toni decisi. La politica è passione. No alla violenza, ma no anche alla noia, per piacere!

4) Pretendiamo che chi è stato eletto vada nelle sedi politiche invece di fare campagna elettorale permanentemente
Condivido anche questo. C’è già chi monitora chi va davvero in parlamento e chi in altri sedi, e mi permetto di far notare che tra chi è più presente ci sono i parlamentari del mio MoVimento. Tuttavia, anche le competizioni elettorali sono un modo per confrontarsi con le persone. Ho partecipato a quella che è stata un’esperienza non esattamente positiva per la mia forza politica, la campagna elettorale in Umbria, e devo dire che mi sono arricchito anche lì. Ascoltare le critiche dei cittadini è davvero utile, però, come giustamente affermate, la campagna elettorale non può diventare “permanente”. Non si può chiedere di andare a nuove elezioni ogni volta che i sondaggi dicono che hai guadagnato pochi decimali. Siamo stati eletti per rispondere alle richieste dei cittadini, dialogando con chi condivide il nostro programma, e in questo ci stiamo impegnando.

5) Chiediamo di ripensare il decreto Sicurezza: c’è bisogno di leggi che non mettano al centro la paura, ma il desiderio di costruire una società inclusiva
Ritengo che tra la forza politica che rappresento e le idee delle Sardine ci siano molti più punti di contatto che di lontananza, ad esempio penso a tematiche come diritti sociali, ambiente e giustizia. Si è parlato tantissimo dei decreti sicurezza, ma in pochi conoscono le norme nei dettagli. Mi permetto di sollevare un unico esempio, piccolo per carità, riguardo una questione che conosco bene. Nel secondo decreto c’era l’esenzione del permesso di soggiorno per chi viene in con motivazione “manifestazione sportiva”, questo perché quando è stato approvato non si poteva intasare le questure per i 30.000 atleti che avrebbero partecipato alle universiadi a Napoli. Il problema del permesso di soggiorno non riguardava solo gli atleti: riguardava anche i ricercatori extracomunitari. Pochi mesi fa, accadeva che il docente italiano con fondi dall’Unione europea che volesse assumere un ricercatore indiano trovava la seguente paradossale situazione: arrivava il ricercatore, ma non poteva firmare il contratto perché non aveva un conto in banca, non poteva avere il conto in banca perché non aveva il permesso di soggiorno, e non poteva avere il permesso di soggiorno perché non aveva un contratto. Questo micidiale circolo vizioso è stato rotto semplicemente aggiungendo all’articolo 14 del decreto sicurezza le parole “ricerca” tra i motivi di esenzione temporanea per il permesso di soggiorno.

Ora, non mi permetterei mai di dire alla piazza delle Sardine di accettare i decreti sicurezza solo perché c’è un singolo articolo condivisibile, figuriamoci. Accetto la richiesta di complessità e approfondimento, ma occorre riconoscere che la questione immigrazione è un problema reale che non si risolve semplicemente abolendo i decreti sicurezza. E soprattutto, non si risolve senza coinvolgere tutta l’Europa, perché si tratta di un problema comune. Chi propone un’accoglienza non regolamentata fa semplicemente il gioco di chi strumentalizza altre piazze gridando “fuori gli immigrati”.

6) Pretendiamo che chiunque ricopre la carica di ministro comunichi solamente nei canali istituzionali
Qui invece sono perplesso. I social sono un mezzo, nuovo come erano la fotografia, la radio e la televisione appena inventate. Quello che è importante è che cosa si comunica, al di là del mezzo. Sarebbe un peccato non sfruttare (in modo opportuno) le nuove forme di comunicazione.

A parte gli ultimi due, ci potrebbero essere in realtà molti punti di contatto con la visione del MoVimento. Poter rappresentare i cittadini è un onore immenso, ma anche un’enorme responsabilità. Spero di vedere le vostre repliche qui nei commenti al blog de ilfattoquotidiano.it, su Facebook o se volete, anche tramite la vecchia e-mail (Bella_m@camera.it). Mi permetto di chiedervi di fare un grandissimo sforzo e di essere propositivi: come possiamo insieme dare delle risposte concrete ai cittadini? Essere “contro” qualcuno è facile, proporre alternative concrete, invece richiede quella complessità che mi permetto di invocare nei vostri commenti.

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