L’accordo con il Pd ora è alla portata. La presidenza resterebbe comunque al M5S e si potrebbe incrociare con una girandola di nuove nomine e con l’elezione del presidente della commissione sui fatti di Forteto
Dopo giorni di tensione nella maggioranza per la candidatura del senatore M5s Elio Lannutti alla presidenza della nuova commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, Luigi Di Maio ospite di Porta a Porta annuncia che il fondatore dell’Adusbef “si è detto disponibile a un passo di lato”. Dopo la sua rinuncia, per quel ruolo restano in lizza “i deputati Alvise Maniero e Carla Ruocco“. Senza escludere il Questore del Senato Laura Bottici e il deputato Raphael Raduzzi. L’accordo con il Pd ora è alla portata. La presidenza resterebbe comunque al M5S e si potrebbe incrociare con una girandola di nuove nomine (in sostituzione di Ruocco o Bottici) e con l’elezione del presidente della commissione sui fatti di Forteto.
Martedì il Partito democratico e Italia viva avevano chiesto che Lannutti facesse un passo indietro anche alla luce del fatto che il figlio Alessio lavora per la Popolare di Bari. E gli stessi 5 stelle avevano espresso alcune perplessità anche se secondo il ministro Stefano Patuanelli il senatore pentastellato – finito al centro delle polemiche per un tweet in cui rilanciava il “falso dei ‘Protocolli di Sion’”, attribuendo agli ebrei un complotto per sottomettere il mondo con la massoneria – “ha capacità indiscutibili”.
L’intesa sulla commissione sarà concretizzata a gennaio, mese comunque decisivo per Conte: all’inizio del 2020 il premier lancerà il decreto sul “cantiere Taranto” – dove si potrebbe recare alla metà del mese – e conta di trovare un punto di caduta anche sul nodo prescrizione. Nelle prossime ore – o venerdì – un vertice di maggioranza sulla giustizia potrebbe invece trovare l’intesa sul dossier intercettazioni: il suo rinvio dovrebbe andare nel milleproroghe, che il Cdm varerà venerdì. Ma sarà un rinvio meramente tecnico, al quale il Pd vuole accompagnare un accordo politico. Sulla prescrizione, invece, le parti sono lontane, con il ministro Alfonso Bonafede in posizione attendista. Ma, al di là dai malumori Pd, è Iv ad andare all’attacco contro una legge che, secondo Maria Elena Boschi, “fa pezzi lo stato di diritto”.