Giovanni Siclari, fratello del senatore di Forza Italia Marco, è finito al centro di un’indagine sulla concessione dell’area di sosta alla Caronte&Tourist. Assieme a lui, i carabinieri hanno arrestato altre 10 persone: tra questi diversi dipendenti del Comune, oltre al presidente e all'amministratore delegato della società
Giovanni Siclari, il sindaco di Villa San Giovanni, è finito agli arresti domiciliari per corruzione. Assieme a lui, i carabinieri hanno arrestato dieci persone e tra questi diversi dipendenti del Comune e alcuni manager della Caronte&Tourist, la società che si occupa del traghettamento sullo Stretto di Messina. Oltre alla corruzione, nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip su richiesta della Procura di Reggio Calabria, agli indagati sono contestati a vario titolo i reati di turbativa d’asta, falso in atto pubblico, truffa aggravata e peculato. Uno di loro, inoltre, è accusato anche di concorso esterno in associazione mafiosa. L’inchiesta prende le mosse da precedenti indagini sulle cosche operanti a Villa San Giovanni.
Eletto con una lista civica e passato in Forza Italia nell’ottobre dello scorso anno (è fratello del senatore azzurro Marco Siclari), il sindaco della cittadina dello Stretto è finito al centro di un’indagine coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri e dal sostituto della Dda Walter Ignazitto. L’inchiesta riguarda la concessione dell’area di sosta alla Caronte&Tourist, da pochi mesi ristrutturata con una biglietteria automatica. Una concessione, data dal Comune alla compagnia di navigazione privata, sulla quale la Procura ha rilevato alcune irregolarità.
Con la compiacenza del sindaco Giovanni Siclari, infatti, secondo gli investigatori, la Caronte è riuscita ad ottenere illecitamente l’affidamento dell’area sulla quale poi è stata realizzata un’opera di interesse del gruppo che negli ultimi mesi ha suscitato diverse polemiche anche all’interno del Consiglio comunale. Polemiche bloccate dal primo cittadino che, davanti alle contestazioni dei consiglieri di opposizione, ha sempre difeso la Caronte&Tourist sostenendo che “l’auspicio che l’attività che andrà ad effettuarsi venga fatta tutti insieme soprattutto per le sub concessioni. Ci sarà un beneficio economico per la città”. A proposito di beneficio economico, i pm contestano alcune assunzioni che sarebbero legate proprio alla vicenda del piazzale e della concessione ottenuta dall’amministrazione comunale villese.
Con il sindaco Siclari sono finiti ai domiciliari anche il presidente della Caronte, Antonino Repaci e l’amministratore delegato Calogero Famiani. In sostanza i manager indagati, stando all’inchiesta, hanno promesso di elargire utilità ad amministratori comunali che in cambio hanno asservito la loro pubblica funzione agli interessi privati della società di navigazione. In particolare, Antonino Repaci curava i contatti con il sindaco per assicurarsi l’affidamento dell’area sulla quale la sua società aveva progettato la realizzazione di alcuni lavori.
Il blitz è scattato nel tardo pomeriggio di ieri, martedì 17 dicembre. Oltre alle misure cautelari ordinate dal giudice per le indagini preliminari, i carabinieri hanno eseguito diverse perquisizioni non solo nelle abitazioni degli indagati ma anche nella sede della Caronte e al Comune di Villa San Giovanni. I dettagli dell’inchiesta saranno illustrati stamattina dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri nel corso di una conferenza stampa che si terrà presso il Comando provinciale dei carabinieri.