Durante il question time alla Camera, il ministro degli Esteri ha dichiarato che nel suo viaggio tra Tripoli e Bengasi ha chiesto alle parti un'immediata "de-escalation" e di aver contattato anche il suo omologo turco, Mevlut Cavusoglu, in merito all'accordo stipulato con il premier libico
“Un’immediata de-escalation” per arrivare a “una soluzione politica della crisi libica” e l’istituzione di “un inviato speciale per la Libia“. Sono queste le comunicazioni del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, durante il question time alla Camera riguardo al suo viaggio diplomatico nel Paese, dove martedì ha incontrato gli esponenti del Governo di Accordo Nazionale, a Tripoli, tra cui il primo ministro sostenuto dalle Nazioni Unite, Fayez al-Sarraj, e il generale Khalifa Haftar a Bengasi.
“A tutti gli interlocutori ho chiesto con chiarezza di adoperarsi per un’immediata de-escalation in vista della conferenza di Berlino, invitando tutte le parti a impegnarsi in modo costruttivo”, ha detto il capo della Farnesina spiegando di aver fatto presente ad al-Sarraj, partner dell’Italia e dell’Onu, che nutre “forti riserve” per la recente firma del Memorandum Turchia-Libia “che nella nostra ottica complica una situazione già particolarmente complessa”. A questo proposito, il ministro ha dichiarato di aver sentito telefonicamente anche il ministro degli Esteri di Ankara, Mevlut Cavusoglu, per discutere dell’accordo nel contesto del mantenimento dei “contatti con i principali partner” coinvolti nel conflitto libico: “Contatterò i principali interlocutori internazionali come Usa, Russia e Turchia e promuoveremo un’altra missione, questa volta europea. Ho deciso poi di istituire un inviato speciale per la Libia con il compito di tenere una costante interlocuzione”, ha poi aggiunto.
Un tentativo, quest’ultimo, di ridare all’Italia un ruolo di primo piano nello scacchiere libico, dopo aver perso terreno in favore di altre potenze regionali, in particolare la Turchia che, dopo la firma del Memorandum, sta cercando di accreditarsi come partner principale di al-Sarraj. Roma, però, può vantare, a differenza di Mosca e Ankara, la possibilità di dialogare con tutte le parti in gioco, mantenendo comunque l’appoggio al Gna. “L’Italia vuole evitare uno scenario di sanguinosa guerra civile e di guerra per procura“, ha aggiunto.
Inoltre, continuerà anche la consultazione con le autorità libiche sulle modifiche al Memorandum sull’immigrazione, in quanto “è nell’interesse dell’Italia mantenerlo perché ha contribuito a ridurre gli arrivi ma anche i morti in mare“.Tale intesa, ha aggiunto, va “migliorata” perché sono emersi “limiti nella gestione dei campi profughi”. Per questo ha chiesto al governo libico di “migliorare le condizioni di vita nei centri” e su questo fronte ha registrato una “ampia disponibilità da Tripoli”.
Tutto in vista della conferenza di Berlino sulla Libia che “ci attendiamo venga annunciata tempestivamente, possibilmente all’inizio dell’anno prossimo”, ha continuato Di Maio, mentre al generale Khalifa Haftar, che nei giorni scorsi ha di nuovo intensificato l’offensiva per la conquista di Tripoli e “che conto di vedere prossimamente a Roma, ho chiesto di contribuire a una soluzione politica della crisi”.