Dopo essere stato deferito ai probiviri per aver votato contro la fiducia posta sul maxiemendamento del governo alla manovra, il senatore M5S Gianluigi Paragone a ilfattoquotidiano.it afferma: “Rimango attaccato a un programma elettorale in cui non si aveva paura di affrontare il principio di austerità dell’Europa. Certo, c’è un codice etico, ma non mi possono chiedere sulla base del codice etico di votare un programma diverso da quello su cui il Movimento e Di Maio hanno fatto campagna elettorale. Io non sono la marionetta di nessuno“. Paragone professa coerenza rispetto all’impegno elettorale del 2018. “Per me il programma elettorale non è una truffa ideologica, quindi se qualcuno ha cambiato idea affari loro e io non è che gliela regalo l’espulsione o la mia cacciata dal Movimento, se lo mettano bene in testa”. Il giornalista, oggi senatore, conferma di voler “rimanere nel M5s” e nello stesso tempo critica il capo politico Luigi Di Maio: “Non è una contraddizione, mi sembra che le critiche a Di Maio provengono da un pezzo dei gruppi parlamentari e da un grande pezzo dell’elettorato del Movimento”. E sulla conferma del ruolo del ministro degli Esteri da parte di Grillo aggiunge: “La leadership non si esercita perché qualcuno ti dice ‘sei il capo’, non basta avere i galloni di capo per guidare un esercito. Serve che ti seguano e non mi sembra che le cose stiano andando così. Io – conclude Paragone – darò battaglia per rimanere nel M5s. Io non voto solo ciò che ha attinenza con le regole di bilancio imposte dall’Europa. Per il resto seguo il programma elettorale: ieri ho votato il Decreto fiscale, oggi il Decreto scuola. Io sono in dissenso su quello che adesso il M5s vorrebbe dire sull’Europa”.
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