Dopo un giorno di apprensione il vettore è partito verso la sua missione dalla base spaziale europea di Kourou, nella Guyana francese
Dopo un giorno di apprensione la Soyuz è partita verso la sua missione dalla base spaziale europea di Kourou, nella Guyana francese. A bordo il vettore ha il primo satellite Cosmo-SkyMed di seconda generazione (Csg), dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) e del ministero della Difesa. Il satellite Csg, dedicato all’osservazione della Terra, è stato lanciato insieme alla sonda Cheops, dell’Agenzia spaziale europea (Esa), dedicata alla caratterizzazione dei pianeti esterni al Sistema solare.Al primo Cosmo-SkyMed di Seconda Generazione si affiancherà tra circa un anno il secondo satellite, che sarà lanciato con il vettore europeo, a leadership Italiana, VEGA C. Cosmo-SkyMed di seconda generazione è stato realizzato da Thales Alenia Space Italia e Telespazio, con la partecipazione di Leonardo e di un consistente numero di piccole e medie imprese italiane.
Una volta rilasciato il satellite Cosmo SkyMed di seconda generazione, l’ultimo stadio Fregat del Soyuz porterà la sonda europea Cheops (CHaracterising ExOPlanet Satellite) nella sua orbita eliosincrona alla quota di circa 700 chilometri. Cheops è un osservatorio dell’Agenzia spaziale europea dedicato alla caratterizzazione di pianeti potenzialmente simili alla Terra – già precedentemente individuati – e orbitanti attorno a stelle della nostra galassia.
Cheops, attraverso la misura delle deboli variazioni di luminosità delle stelle dovute al passaggio dei propri pianeti, sarà così in grado di rilevare le dimensioni dei pianeti stessi, consentendo, anche sulla base della loro massa, di caratterizzarne la natura gassosa oppure rocciosa. Il telescopio di Cheops, progettato dai ricercatori dell’Inaf di Padova e Catania e realizzato, grazie al supporto dell’Agenzia spaziale italiana, da Leonardo, Media Lario e Thales Alenia Space Italia, è basato su di un riflettore molto compatto ed ottimizzato per misure fotometriche ad altissima precisione. L’Italia ha un ruolo anche nel team scientifico internazionale, con la partecipazione dei ricercatori degli Osservatori Inaf di Catania e Padova, e dell’università di Padova.