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Taglio parlamentari, Forza Italia guida la coalizione dei salva poltrone. Firmano per il referendum pure 7 Pd, 3 M5s e 2 renziani

I berlusconiani formano la maggioranza dei 64 senatori necessari per l'indizione del voto popolare sulla legge sul taglio dei parlamentari. Ci sono gli ex 5 stelle ora nel Misto, i neoleghisti Grassi e Urraro, il sottosegretario Merlo. Salvini (che aveva votato a favore): "È la scelta migliore" 

È Forza Italia il partito che guida la coalizione dei salva poltrone. Tra le 64 firme necessarie per chiedere un referendum confermativo e bloccare la riforma che taglia i posti da parlamentare, ben 41 sono di esponenti di Forza Italia. Sette i senatori che hanno firmato e appartengono al Pd, tre sono dei 5 stelle, due di Italia Viva e due della Lega. Nove gli esponenti del gruppo Misto che chiedono il referendum sul taglia poltrone: sei sono ex 5 stelle, due fanno parte del Movimento italiani all’Estero (c’è anche un componente del governo, il sottosegretario della Farnesina Ricardo Antonio Merlo). Hanno firmato per chiedere il referendum anche Emma Bonino e il senatore a vita Carlo Rubbia. La prima aveva votato contro la riforma, il secondo era assente.

Ecco la lista completa:

Italia Viva: Laura Garavini e Riccardo Nencini;
Lega: Francesco Urraro e Ugo Grassi
M5s: Mario Michele Giarrusso, Luigi Di Marzio e Gianni Marilotti
Pd: Francesco Verducci, Tatjana Rojc, Francesco Giacobbe, Gianni Pittella, Roberto Rampi, Vincenzo D’Arienzo, Tommaso Nannicini.
Forza Italia
: Renato Schifani, Giancarlo Serafini, Andrea Cangini, Barbara Masini, Giacomo Caliendo, Rocco Moles, Andrea Causin, Anna Carmela Minuti, Raffaele Fantetti, Nazario Pagano, Paola Binetti, Laura Stabile, Massimo Mallegni, Salvatore Sciascia, Domenico De Siano, Luigi Cesaro, Antonio Saccone, Luigi Vitali, Sandra Lonardo, Alfredo Messina, Stefania Craxi, Roberto Berardi, Marco Perosino, Francesca Alderisi, Urania Papatheu, Antonio Barboni, Claudio Fazzone, Sandro Biasotti, Enrico Aimi, Francesco Giro, Fiammetta Modena, Lucio Malan, Maurizio Gasparri, Gilberto Pichetto, Adriano Paroli, Vincenzo Carbone, Franco Dal Mas, Maria Rizzotti, Antonio De Poli.
Misto: Carlo Martelli, Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori, Saverio De Bonis e Maurizio Buccarella, Emma Bonino, Adriano Cario, Ricardo Merlo (Italiani all’estero), Carlo Rubbia (senatore a vita).

A inizio ottobre la Camera aveva votato quasi all’unanimità per ridurre i membri di Montecitorio (da 630 a 400 deputati) e Palazzo Madama (da 315 a 200 senatori): a favore si schierarono tutti nella maggioranza (M5s, Pd, Iv e Leu), ma pure Lega, Fi e Fdi. Quando la riforma è stata approvata in via definitiva era già nato il governo Conte 2 composto da Pd, Italia viva, Leu, M5s. A firmare per il referendum, però, sono soltanto senatori e l’ultimo voto per il tagliapoltrone a Palazzo Madama risale all’11 luglio: all’epoca al governo c’erano ancora i grillini e la Lega, con molte componenti dell’attuale maggioranza all’opposizione. Quasi tutti gli esponenti di Forza Italia che hanno firmato per il referendum non hanno votato, tranne Carbone, Dal Mas, Rizzotti e De Poli che figuravano in missione.

Garavini e Nencini, ora passati in Italia Viva con Matteo Renzi, in estate erano ancora col Pd ed avevano votato contro il taglia poltrone. Così come Verducci, Rojc, Giacobbe e Pittella del Pd. I dem Rampi e D’Arienzo erano in missione, Nannicini non ha votato. Sono tutti sostenitori del referendum. Gli unici due esponenti della Lega che hanno sottoscritto la richiesta sono invece due ex grillini che hanno cambiato partito solo pochi giorni fa: Urraro e Grassi, che a luglio – quando erano ancora con i 5 stelle – avevano votato entrambi a favore della riforma. Sostenuta Giarrusso, Di Marzio e Marilotti dei 5 stelle: figurano tutti e tre nell’elenco di senatori che chiedono il referendum. Hanno firmato per bloccare il tagliapoltrone anche gli ex 5 stelle, ora nel gruppo Misto, Martelli, De Falco, Nugnes, tutti contrari al voto del luglio scorso. Fattori, De Bonis e Buccarella non hanno votato, Cario del Movimento italiani all’Estero era favorevole, Merlo era in missione. Il senatore italo argentino è l’unico componente del governo che ha firmato per il referendum. Anzi dei governo: fa parte del Conte 2 che ha approvato in via definitiva la riforma, ma era anche un componente del Conte 1 che ha varato la legge votandola per tre volte tra Camera e Senato.