Il consiglio regionale stanzia un milione di euro per contribuire a riparare i danni causati alla Basilica dalle ripetute acque alte di novembre, ma i rappresentanti pentastellati (assente il capogruppo Berti) si astengono: "Sarebbe stato meglio organizzare una raccolta fondi aperta al pubblico. Questo provvedimento non gode dell'unanimità di 5 milioni di cittadini veneti". Invito a ripensarci da leghisti e democratici
Il Movimento Cinquestelle in consiglio regionale del Veneto non approva uno stanziamento di un milione di euro per contribuire a riparare i danni causati dalle ripetute acque alte di novembre alla Basilica di San Marco. La presa di posizione, che si è tradotta in un voto di astensione, ha creato parecchio stupore a Palazzo Ferro Fini, anche perché alcun giorni fa i consiglieri regionali si erano recati in visita all’interno della chiesa simbolo di Venezia, constatando di persone quali siano gli effetti dell’acqua di mare su colonne e mosaici. Ma in aula il gruppo (era assente il capogruppo Jacopo Berti) si è dissociato dalla linea comune sostenendo che alla Basilica ci deve pensare il Vaticano.
A illustrare ai consiglieri regionali i danni, quantificati in circa 5 milioni di euro, erano stati il primo procuratore di San Marco, Carlo Alberto Tesserin, e il proto Mario Piana. Il consiglio ha esaminato il progetto di legge d’iniziativa della giunta regionale presentata in tempo record, dopo un ordine del giorno votato il 14 novembre scorso, due giorni dopo la marea di 187 centimetri. Già in commissione si era registrata l’astensione del rappresentante M5S. E la posizione non è mutata in aula.
“A San Marco ci pensi il Vaticano”, ha detto Simone Scarabel, interpretando l’opinione degli altri grillini presenti, Erika Baldin e Manuel Brusco. Così il provvedimento ha ottenuto 43 voti favorevoli e 3 astensioni. Il pentastellato ha motivato la decisione ricordando a quanto ammontino le fortune vaticane. “Alcune settimane fa, Dataroom di Milena Gabanelli ha calcolato che il patrimonio del Vaticano nel mondo è stimato in circa 2.000 miliardi. Inoltre, Papa Francesco ha parlato di un probabile caso di corruzione per l’acquisto di un immobile di Londra, pagato 200 milioni di dollari, tramite due broker che si sono intascati decine di milioni di provvigioni…”. E per San Marco? “Sarebbe stato meglio organizzare una raccolta fondi aperta al pubblico. Sono convinto che questo provvedimento non goda dell’unanimità di 5 milioni di cittadini veneti. E siccome la Repubblica Serenissima era la patria della libertà di pensiero, noi ci asteniamo”.
L’invito ai Cinquestelle di ripensarci è venuto non solo dai banchi della Lega, ma anche dai rappresentanti del partito democratico. Scarabel e gli altri due consiglieri non hanno cambiato idea. Il commento di Nicola Finco per la Lega: “La Basilica di San Marco non rappresenta solo la storia della nostra regione, ma dell’intera cristianità. Lo stanziamento è un atto dovuto. Il Movimento 5 Stelle, astenendosi, ha scelto di mostrarsi incurante rispetto ai bisogni di Venezia e di un capolavoro artistico invidiatoci da tutto il mondo”.
La risposta del gruppo M5s non si è fatta attendere: “Nessuno di noi mette in dubbio il valore storico e artistico universale di quella che per noi tutti è la più bella chiesa del mondo, ma sempre una chiesa è: può beneficiare costantemente di attenzioni pubbliche per la salvaguardia dei beni artistici e culturali da parte dello Stato e delle istituzioni sul territorio, ma ricade anche sotto il patrimonio immenso del Vaticano”. Poi, con lo sguardo rivolto a tutti i danneggiati dall’acqua alta: “Quanti commercianti hanno subito danno gravissimi? Quanti residenti veneziani si ritrovano a dover risanare le proprie case? Loro dovrebbero dipendere dagli stanziamenti dello Stato, mentre la Regione si dà un gran da fare per raccogliere e destinare fondi solo a favore di San Marco”.