Il netto fallimento della Conferenza di Madrid sul clima lascia davvero sempre più tenui speranze relativamente alla capacità della comunità internazionale di affrontare in termini efficaci il riscaldamento globale. Quella che si delinea è una vera e propria catastrofe che avvera in tempi probabilmente più brevi di quelli fin qui prevedibili.

I responsabili di questo fallimento sono ovviamente i giganti dell’energia fossile che spendono miliardi e miliardi di dollari per corrompere governi grandi e piccoli e allontanare il pericolo, per loro gravissimo, dell’adozione di misure efficaci di riconversione nel campo energetico ed economico in generale.

Più in generale si può dire che tutto il sistema dell’economia mondiale è oggi concepito in modo tale da rendere probabile l’estinzione dell’umanità nel corso di qualche generazione. Se poi riuscirà a non estinguersi, l’umanità si trasformerà in qualcosa di profondamente diverso da quello che è stato finora. Centinaia di milioni di persone periranno e altre cercheranno scampo mediante disperati movimenti migratori. Anche chi sopravvivrà dovrà vivere in condizioni nettamente peggiori da quelle attuali. Ci saranno enormi ripercussioni, che in parte già cominciano a vedersi, sull’agricoltura e la produzione di alimenti. A rischio sono le riserve idriche necessarie alla sopravvivenza di due miliardi di persone.

Secondo l’acuto giudizio espresso dall’organizzazione ambientalista A Sud, che segue da tempo il problema, “a determinare questa conclusione sono state soprattutto le resistenze da parte degli Stati con i più alti livelli emissivi, che storicamente hanno maggiormente determinato la crisi climatica attuale, ad assumersi le proprie responsabilità verso i Paesi più vulnerabili e meno pronti a far fronte ai cambiamenti climatici, che a loro volta si sono rifiutati di assumere impegni più gravosi di riduzione delle emissioni senza la promessa di maggiori aiuti in termini finanziari e di trasferimento delle tecnologie”. D’altronde i Paesi in via di sviluppo hanno ragione a pretendere un maggiore impegno da parte di quelli più ricchi. Quindi il perseguimento degli obiettivi ambientali richiede una redistribuzione delle ricchezze e del potere, anche a livello nazionale.

I più tenaci avversari di soluzioni efficaci sono i governi negazionisti, con in testa Donald Trump e Jair Bolsonaro. Per quanto riguarda l’Italia, del tutto insufficiente appare l’impegno profuso dal governo Conte, che preferisce dedicare attenzione prioritaria a temi in confronto ridicoli e irrilevanti. Chiaramente schierati sul fronte dei devastatori sono poi politici come i due Mattei, accomunati – oltre che da tentativi di inciucio a reciproco beneficio – da una profonda simpatia per le imprese più deleterie dal punto di vista ambientale. Si veda in particolare l’opposizione a determinate imposte ambientalmente mirate e l’entusiasmo, sicuramente disinteressato, per le grandi opere di ogni tipo, a partire da Tav e Tap.

Fatto sta che il ricatto dei renziani è valso ad espungere dalla finanziaria appena varata alcune timide norme, volte in particolare a colpire le bevande gassate e zuccherate, e quelle contro la plastica. Renzi e Salvini, strenui difensori delle merendine, paiono decisi a consegnare all’obesità o quantomeno al sovrappeso le future generazioni – che oltre al riscaldamento globale dovranno patire il proprio ingrassamento.

Di fronte a questo sfacelo il grande movimento, soprattutto di giovani, che si è sviluppato a partire dall’inizio dell’anno in corso deve trovare nuove modalità di azione per risultare effettivamente incisivo. I nemici del clima e dell’ambiente, si tratti di imprese o di governi corrotti, vanno identificati e denunciati chiamandoli per nome e cognome. Così come vanno individuate e praticate, nella misura del possibile, le misure oggi indispensabili e urgenti per non soccombere. La Conferenza in programma fra meno di un anno, dal 9 al 19 novembre 2020 a Glasgow – che dovrebbe avere un respiro maggiore di quella ancora terminata – costituirà probabilmente l’ultima occasione per evitare la tragedia.

E’ essenziale quindi che in questo anno si dispieghi tutta la possibile mobilitazione. Il movimento dovrà riuscire a esercitare un’adeguata pressione sul governo italiano affinché, superando ricatti e meschinità clientelari di questo o di quello, adotti provvedimenti efficaci e inizi un processo di totale riconversione economica, collocandosi all’avanguardia sul piano internazionale e intensificando la cooperazione in materia, spingendo in particolare sulla collaborazione tra Unione europea e Cina, potenze che oggi esprimono le posizioni più avanzate – seppure ancora insufficienti – in materia.

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