La nona edizione del cooking show più famoso al mondo si apre con qualche novità. I giudici tornano ad essere tre, dopo che Joe Bastianich se n'è andato. Nel meccanismo di selezione dei 20 componenti della masterclass arriva il grembiule grigio, che pone il concorrente in una sorta di purgatorio in attesa della promozione finale ad opera di uno dei giudici. Arriva anche un'altra difficile prova per gli aspiranti chef: lo skill test, ossia un esame a sorpresa
Dopo l’addio di Joe Bastianich, i giudici di “MasterChef Italia” sono rimasti in tre, proprio come accadeva nove anni fa, quando il format popolarissimo sbarcava in Italia su Sky Uno. Il veterano Bruno Barbieri, la certezza Antonino Cannavacciuolo e per il secondo anno consecutivo Giorgio Locatelli, sono pronti a dare il via alla nuova stagione del cooking show di punta di Sky, dal 19 dicembre in prima serata su Sky Uno e NowTv. Il nono MasterChef italiano vincerà 100mila euro in gettoni d’oro e avrà l’opportunità di pubblicare il primo libro di ricette.
“Siamo tornati di nuovo in tre – commentano i giudici – e per certi versi è anche meglio perché si riescono a cogliere meglio certe sfumature, si crea anche un rapporto più confidenziale con chi cucina. Diciamo comunque che in generale quest’anno vedrete meno show e più cucina. Puntata dopo puntata si sono verificati dei cambiamenti nelle dinamiche, abbiamo iniziato in un modo e poi, per una sorta di alchimia ed energia tra noi, abbiamo terminato in un altro”. Tirando le somme la lunga onda di “MasterChef Italia” ha influenzato in qualche modo il costume italiano e il modo di porsi nei confronti della cucina: “È proprio cambiato il modo di pensare al cibo – dicono all’unisono Cannavacciuolo, Barbieri e Locatelli -, la gente ormai va al ristorante e sta attenta alla carta del menù, all’impiattamento e alla scelta delle materie prime”.
La nona edizione di “MasterChef Italia” parte con qualche novità importante per il meccanismo del format. Anzitutto c’è un nuovo criterio di selezione: il grembiule grigio. Gli aspiranti chef dovranno superare tre step per aggiudicarsi un posto nella masterclass: la consueta presentazione di un piatto a scelta, il test di abilità e la sfida finale. L’unico modo per abbreviare il percorso di selezione è convincere al primo colpo i giudici con il proprio piatto. I tre “sì” di Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli daranno diritto al grembiule bianco con l’accesso diretto alla sfida finale. Chi riceverà solo due “Sì” dovrà indossare il grembiule grigio e tentare di conquistare i giudici nel secondo step di selezione, ovvero nella prova di abilità, alla quale potrà accedere anche chi riceverà solo un “sì”, ma a patto che uno dei giudici decida di scommettere sull’aspirante chef in prima persona apponendo la sua firma sul grembiule grigio.
La masterclass composta da venti aspiranti chef è caratterizzata da personalità diverse, alcuni anche con storie profonde. “Ci sono tante persone che ci hanno colpito, – confessano i tre giudici – come, ad esempio, quel ragazzo di campagna che portava dentro di sé tutto il mondo del km 0, del cibo genuino e sano. C’è stata anche una concorrente sudamericana trapiantata in Italia da anni che aveva in sé una grande ricchezza culturale. Forse per noi è stato l’anno più difficile perché ci sono piaciuti molti concorrenti. A loro abbiamo cercato di trasmettere l’importanza del dettaglio, dell’attenzione verso la cucina, ma soprattutto della materia prima e la sua provenienza”.
Le novità non sono finite. Alle consuete prove che hanno reso celebre il format in tutto il mondo, la Mystery Box, l’Invention Test e il Pressure Test, quest’anno si aggiunge lo Skill Test. Un vero e proprio “esame a sorpresa” che coinvolgerà tutti i concorrenti, senza esclusioni di colpi, mettendoli alla prova su una specifica abilità richiesta dai giudici. Lo Skill Test, a cui si sottoporranno gli aspiranti chef in due occasioni, sarà suddiviso in tre step, ognuno dei quali affidato a un giudice, e decreterà l’eliminazione di un concorrente.
Infine “MasterChef Italia è sempre più green e anti sprechi, è plastic free ed eco-friendly. La gran parte degli alimenti non impiegati per le prove è stata donata all’Opera Cardinal Ferrari Onlus di Milano. Il programma si è avvalso della collaborazione di Last Minute Market, la società spin-off dell’Università di Bologna impegnata sul fronte della riduzione degli sprechi e della prevenzione dei rifiuti da oltre 10 anni.