I dirigenti dell’istituto secondo l'accusa non hanno sufficientemente informato i clienti dei rischi connessi all’acquisto dei titoli e hanno venduto strumenti finanziari inadeguati alle caratteristiche personali. La Corte di Appello di Bari nei mesi scorsi ha confermato in tre casi l’esistenza di violazioni simili, contestate e sanzionate dalla Consob alla banca fin dal 2018
Decine di nuovi fascicoli d’inchiesta con l’ipotesi di truffa aggravata sono stati aperti dalla Procura di Bari sulla base delle denunce depositate quasi ogni giorno negli uffici giudiziari dai risparmiatori della Banca Popolare di Bari. Ogni querela, riferisce l’Ansa, sta dando vita a un’autonoma indagine. Ma tutte ipotizzano, al momento a carico di persone da identificare, lo stesso reato.
Le truffe, stando alle denunce e alla ipotesi accusatoria, si configurerebbero perché i dirigenti dell’istituto di credito non avrebbero sufficientemente informato i clienti dei rischi connessi all’acquisto dei titoli, manipolando in molti casi i questionari di profilatura dei rischi stessi, con l’obiettivo di collocare strumenti finanziari evidentemente inadeguati alle caratteristiche personali.
Questo tipo di comportamento aziendale, oggetto delle nuove indagini nella procura, ha trovato conferma, secondo l’ipotesi investigativa, anche in tre recenti sentenze della Corte di Appello di Bari che nei mesi scorsi ha confermato l’esistenza di violazioni contestate e sanzionate dalla Consob alla banca fin dal 2018. Le condotte ritenute illegittime riguarderebbero, oltre le procedure di profilazione degli utenti, anche la non adeguata motivazione sulla base della quale la banca ha stabilito di volta in volta il prezzo delle azioni e le presunte omesse informazioni da parte dell’istituto di credito sulla natura illiquida dei titoli. La banca avrebbe cioè fatto credere ai risparmiatori che stavano acquistando titoli a basso rischio e facilmente liquidabili.