L'approvazione è avvenuta durante il via libera al bilancio, a conclusione di un dibattito molto acceso, in cui le minoranze hanno tacciato apertamente di incostituzionalità la norma che colpisce quei nuclei familiari in cui è presente un componente che ha ricevuto una pena superiore ai cinque anni dopo tre gradi di giudizio
La Giunta Fugatti l’aveva annunciata da alcune settimane, raccogliendo però molti dissensi. Eppure è andata imperterrita fino all’approvazione in consiglio provinciale di una norma che esclude la possibilità di ricevere una casa popolare ai nuclei familiari dove una persona (non importa chi) sia stata giudicata colpevole in via definitiva per un reato con pena non inferiore ai 5 anni. L’approvazione è avvenuta durante la maratona del bilancio, a conclusione di un dibattito molto acceso, in cui le minoranze hanno tacciato apertamente di incostituzionalità la norma. Anzi, Paolo Ghezzi del gruppo Futura ha parlato di decisione di stampo fascista: “L’estensione della responsabilità individuale e penale individuale ai componenti della famiglia è un tipico istituto dei regimi dove non c’è la libertà e non c’è la democrazia, dei regimi degli anni ’40 del secolo scorso”.
Il presidente leghista Maurizio Fugatti ha tentato una mediazione, proponendo un emendamento che ne attenuasse gli effetti. Ad esempio se all’interno del nucleo familiare di un condannato siano presenti un disabile grave o una donna vittima di violenza, soltanto chi ha commesso un reato dovrebbe lasciare l’alloggio Itea. Inoltre alla giunta veniva lasciata un’ampia discrezionalità in merito. L’ex presidente della Provincia, Ugo Rossi del Patt: “Lasciamo perdere l’emendamento, presidente, votiamo solo l’articolo che è meglio”.
Tra gli intervenuti, anche Luca Zeni del Pd: “In base a questo articolo, se una persona 10 anni fa ha commesso un delitto, tutta la famiglia viene punita oggi perdendo l’immobile. Qui fioccheranno i ricorsi”. Alessandro Olivi del Pd: “Ciò che state facendo è un gravissimo errore ed una ennesima e inutile cattiveria. È questo oggi il problema del Trentino? Nella norma non c’è nulla di civile e soprattutto è drammatico che non ci sia un euro sulla casa e non ci sia nulla che risponda ai nuovi bisogni abitativi dei trentini”. Contrario anche Alex Marini dei Cinquestelle: “È un articolo ipocrita, come è altrettanto ipocrita aver respinto il mio emendamento sull’istituzione dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata. Non mi pare che il problema sia quello della criminalità nelle case Itea”.
Alla fine i voti a favore sono stati 18, 14 i contrari, un astenuto. Terminata la seduta del consiglio sono arrivate le critiche dei sindacati. I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino, Franco Ianeselli, Michele Bezzi e Walter Alotti hanno dichiarato: “È un provvedimento indegno, che con molta probabilità non potrà essere applicato perché va contro il principio base del diritto e della nostra Costituzione per cui che la responsabilità penale è personale”. E hanno accusato Fugatti di voler “buttare fumo negli occhi dell’opinione pubblica continuando a cavalcare in modo demagogico e assolutamente strumentale il tema della sicurezza, invece di ammettere che non ha nessuna politica per la casa”.