Alimi, 22 anni, racconta la sua versione in una lunga intervista a Repubblica. Sulla vicenda ieri era intervenuta anche Giorgia Meloni con un tweet, subito attaccata dagli oppositori: "Non voglio ci sia alcuna ambiguità sul razzismo, nemmeno per il mio popolo"
Insultata in ospedale dopo aver perso la sua bambina di pochi mesi. Oggi Alimi, 22 anni, racconta la sua versione in una lunga intervista a Repubblica. “Non ho nulla da dire, sono loro casomai a dovermi spiegare come si fa a trasformarsi in persone così”. E aggiunge: “Non sono una scimmia. Sono una mamma“.
La figlia Mistura, nata a luglio, ha smesso di respirare sabato mattina: Alimi e il suo compagno, originario della Costa d’Avorio, sono scesi in strada a chiedere aiuto. Un passante li ha accompagnati in ospedale, dove per la bambina non c’è stato più nulla da fare: una “morte bianca” che colpisce i neonati in culla, o un rigurgito che l’ha soffocata. Dopo aver saputo la notizia, dice nell’intervista, era così sconvolta che gli insulti che altre persone le rivolgevano non li ha nemmeno sentiti. “Mistura era il regalo del cielo per essere riuscita a scappare dalla fame. L’avevo sognata per tanto tempo”.
A far conoscere la vicenda è stata Francesca Cugiatti, giovane consigliera comunale: anche lei era in ospedale con la madre. “Qualcuno parlava di riti vodoo, di tradizione sataniche e tribali. Hanno detto che quella donna era pazza, mi ha invaso la tristezza”, racconta a Repubblica. Ieri la Cugiatti è stata ascoltata in questura. Tra i commenti che ha sentito, anche quello di un uomo sulla sessantina: “Fate tacere quella scimmia, tanto quelle come lei sfornano un figlio all’anno”. Il giornale riporta anche la testimonianza di uno dei medici presenti: “Gridava disperata, non stava in piedi e batteva la testa in terra. Una scena straziante, ha commosso tutti”. Ora i carabinieri cercano altri testimoni tra le persone presenti in sala d’aspetto: difficile altrimenti sostenere un’accusa di razzismo contro ignoti.
Ieri era arrivato via social anche il commento di Giorgia Meloni, che su Twitter aveva espresso il suo “profondo disprezzo per chi è così infame da insultare una donna straziata dal dolore più atroce che si possa provare”, per poi aggiungere: “Che schifo”.
A Sondrio donna nigeriana derisa in ospedale perché urlava per la morte della figlia di 5 mesi. Da madre non posso che provare profondo disprezzo per chi è così infame da insultare una donna straziata dal dolore più atroce che si possa provare. Che schifo.https://t.co/TudIb5qVzj
— Giorgia Meloni ???????? ن (@GiorgiaMeloni) December 18, 2019
Ma poi si è dovuta difendere dagli attacchi di chi non riteneva opportuno che proprio lei si esprimesse su questo caso, viste le sue posizioni sui temi dell’accoglienza e integrazione. “Quelli che contestano il mio diritto di esprimermi su un tema del genere sono degli imbecilli. Non ho mai alimentato un clima di razzismo, sono pronta a qualsiasi confronto con chiunque su questo” riporta il Corriere.it. Poi prosegue con un appello ai suoi: “Non voglio ci sia alcuna ambiguità sul razzismo, nemmeno per il mio popolo e per chi mi segue. Per me il rispetto della persona, degli individui, delle identità è totale”.