Hai deciso di ristrutturare casa e devi rivolgerti alla banca per ottenere la liquidità necessaria: meglio chiedere un prestito o accendere un mutuo? Un recente articolo di Immobiliare.it ha approfondito quali sono gli elementi da prendere in considerazione prima di scegliere tra queste due opzioni.
La prima variabile a cui prestare attenzione è la cifra di cui abbiamo bisogno per portare a termine i lavori: se è minore di 30 mila euro la banca concederà solamente un prestito, mentre sopra tale soglia si potrà anche fare richiesta di mutuo.
Un secondo fattore sono i tassi di interesse, cioè il Tan e il Taeg. Nella scelta di un prestito, è bene verificare che il Taeg sia compreso tra il 5,44% e il 7,98%. Per i mutui, invece, possono essere valide opzioni sia il tasso fisso sia il variabile, che negli ultimi mesi hanno raggiunto i minimi storici anche grazie al quantitative easing 2 lanciato della BCE.
Non mancano poi le spese accessorie, che includono:
- spese di istruttoria;
- spese di perizia;
- costi di incasso e gestione rata;
- spese di notifica e chiusura pratica;
- imposta di bollo;
- eventuali costi iniziali o assicurativi.
Al mutuo ristrutturazione si aggiungono inoltre altre incombenze, come quelle per il perito, per l’atto notarile e per l’assicurazione obbligatoria in caso di scoppio o incendio.
Un ulteriore aiuto per chi intende avviare lavori sulla propria abitazione è il bonus ristrutturazioni, che garantisce una detrazione fiscale del 50% su un limite di spesa che non può superare i 96 mila euro. Questo incentivo è stato prorogato anche per il 2020 e può essere utilizzato sia in caso di manutenzione ordinaria, sia per una vera e propria ristrutturazione edilizia. Prevista, infine, una detrazione Irpef del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, con lo sconto che può arrivare al massimo a 100 mila euro.